a stadium full of people watching a soccer gamePhoto by <a href="https://unsplash.com/@zachr1992?utm_source=instant-images&utm_medium=referral" target="_blank" rel="noopener noreferrer">Zach Rowlandson</a> on <a href="https://unsplash.com" target="_blank" rel="noopener noreferrer">Unsplash</a>

Svolta storica a Milano: nella notte il Consiglio comunale ha approvato la delibera che consente la cessione dell’area di San Siro ai club Milan e Inter. Dopo una maratona d’aula e un confronto acceso sugli emendamenti, il voto è arrivato alle 3:46 del 30 settembre con 24 favorevoli e 20 contrari; alcuni resoconti segnalano due astenuti registrati nel corso della seduta. «Oggi proviamo a scrivere una pagina nuova» ha commentato la vicesindaca Anna Scavuzzo.  

Cosa cambia per Milano: l’occasione di una rigenerazione strategica

Il via libera alla cessione dell’area apre alla trasformazione del quadrante di San Siro, un progetto che la Giunta definisce centrale per servizi, mobilità e spazi pubblici. La delibera, oltre a regolamentare il trasferimento, impegna i club a obiettivi di sostenibilità e trasparenza (es. white list antimafia) e a un percorso amministrativo scandito da progetti e verifiche. Per Palazzo Marino il provvedimento è «l’avvio di un processo, non la fine»: adesso comincia la fase tecnica, con le società chiamate a presentare piani e cronoprogrammi.  

Il voto in aula: numeri, tensioni e l’ago della bilancia politico

La delibera è passata di stretta misura. Decisiva la scelta di Forza Italia di non votare contro (in parte con l’uscita dall’aula), che ha abbassato la soglia necessaria al via libera. Nel computo finale: 24 sì e 20 no; la ricostruzione dei lavori serali e notturni indica anche 2 astenuti registrati nel corso della seduta. In aula si sono vissuti momenti incandescenti, tra insulti e un “emendamento tagliola” che ha fatto decadere la maggior parte delle proposte.  

Le parole della vicesindaca Scavuzzo

«Sono soddisfatta. Adesso si parte: la responsabilità della trasformazione parte adesso. Non è finita: la maggioranza si è espressa e ci assumiamo la responsabilità di proseguire», ha dichiarato Anna Scavuzzo dopo il voto, richiamando i club a fare «la loro parte». Sulla spaccatura nella coalizione: «La democrazia funziona così. Ci si confronta anche in modo aspro, poi si decide».  

Impatto per i club: proprietà dell’impianto, investimenti e ricavi

Per Milan e Inter l’esito è dirimente: proprietà e controllo dell’area abilitano investimenti sullo stadio e nuove leve di ricavo (naming rights, hospitality, eventi extra–matchday), allineando Milano agli standard europei. Le stime diffuse nelle prime ore post–voto indicano un corrispettivo di 197 milioni per la cessione dell’area, in un perimetro progettuale che i club dovranno dettagliare con progetti esecutivi e fasi di cantiere.  

Prossime tappe: progettazione, iter autorizzativi e tempi

La delibera approvata non conclude il percorso: ora seguiranno progettazione definitiva, conferenze dei servizi, valutazioni ambientali, piani su viabilità, TPL e servizi al quartiere. La roadmap sarà centrale per minimizzare gli impatti su residenti, tifosi e attività commerciali della zona, con particolare attenzione alle partite e ai maxi-eventi che trasformano il quartiere.  

Le reazioni in città: tra consenso, dubbi e richiesta di garanzie

La discussione pubblica resta vivace: da un lato l’idea di un San Siro moderno che rafforzi il ruolo internazionale di Milano; dall’altro le preoccupazioni su tutela del patrimonio, sostenibilità economica e trasparenza nelle procedure. In aula è stata approvata la white list per presidiare il rischio di infiltrazioni, mentre parte della maggioranza ha chiesto ulteriore rigore nei controlli. «Milano ha ambizioni internazionali e deve avere infrastrutture all’altezza», è il senso del messaggio politico che ha accompagnato il voto.  

Perché è una partita da scudetto per la città

Un impianto di proprietà non è solo una questione sportiva: significa occupazioneindottoriqualificazione urbana e attrattività. Per Milano, capitale italiana degli eventi, lo stadio aggiornato agli standard UEFA e ai format live più evoluti è un abilitatore di nuove filiere: dalla tecnologia alla ristorazione, dal turismo alle produzioni culturali. Il tutto, però, sta nella qualità dei progetti che arriveranno al tavolo del Comune e nella capacità dei club di garantire investimenti, governance e tempi certi.

Domande aperte: tempi del cantiere e gestione delle stagioni sportive

Resteranno centrali alcune scelte operative: come garantire la continuità delle attività sportive durante i lavori; come scaglionare i cantieri per non paralizzare il quartiere; quali misure di mitigazione ambientale e acustica saranno attivate nelle fasi più impattanti. Le risposte arriveranno nei documenti che Milan e Inter dovranno depositare nelle prossime settimane, con un confronto pubblico che—assicurano da Palazzo Marino—sarà monitorato passo passo.  

Risultato del voto in sintesi

  • Delibera approvata: sì alla cessione dell’area di San Siro a Milan e Inter
  • Esito24 favorevoli, 20 contrari; nel corso della seduta sono stati riportati 2 astenuti nei resoconti notturni
  • Ora tocca ai club: presentazione dei progetti e avvio delle procedure amministrative