Una svolta per il football americano europeo
Due nuove franchigie, una visione continentale
La European Football Alliance accelera la sua espansione e annuncia ufficialmente l’ingresso di due nuove franchigie: una a Londra e una a Milano, rafforzando un progetto di lega paneuropea sempre più competitiva e visibile sui mercati internazionali. L’ingresso in due mercati strategici – la capitale britannica e la metropoli italiana – segna un cambiamento di passo che promette di ridisegnare le gerarchie del football americano sul continente, con ricadute importanti anche in chiave economico-mediatica.
La franchigia londinese: London Guard
La nuova realtà londinese, denominata London Guard, sarà gestita dal gruppo Gandler Sports Group, già protagonista nel calcio britannico con la proprietà del Leyton Orient. La squadra avrà sede al BetWright Stadium, nel cuore della capitale, e potrà contare su investimenti rilevanti e su una solida cultura sportiva. La decisione di puntare su Londra non è casuale: città con un bacino di tifosi ampio e trasversale, collegamenti internazionali capillari e una tradizione nel football americano che risale alle storiche esperienze della London Monarchs della NFL Europe. L’obiettivo dichiarato è quello di elevare gli standard produttivi e commerciali della lega, puntando su tecnologia, entertainment e partner globali.
Milano si candida come hub italiano della EFA
Sul fronte italiano, l’annuncio dell’EFA riguarda la nascita di una nuova franchigia milanese, che si prepara a raccogliere l’eredità del progetto europeo dei Seamen Milano. Da giorni circolano voci sempre più consistenti circa un’acquisizione della storica squadra meneghina da parte di investitori statunitensi, intenzionati a rilanciare la realtà meneghina sotto una nuova identità: quella dei Milano Giants. Secondo gli ambienti milanesi ed europei, i Giants verranno dalla costituzione di un consorzio americano specializzato in asset sportivi, pronto a investire nella modernizzazione delle strutture, nella costruzione di una base di tifosi internazionale e in una governance orientata allo spettacolo.
La scelta di Milano si inserisce perfettamente nella strategia della EFA: la città è il motore economico del Paese, vanta una tradizione crescente nel football americano e un vivaio di giovani che rappresenta una risorsa preziosa per l’intera lega. L’esordio dei Giants è previsto già dalla prossima stagione, con una campagna di branding che mira ad attrarre sponsor globali e un pubblico cosmopolita.
Un’alleanza che diventa continentale
Con Londra e Milano la EFA completa la trasformazione in una vera alleanza paneuropea, con presenza stabile nei principali mercati del Regno Unito e dell’Italia, oltre che in Francia, Spagna e Germania. La lega potrà ora sfruttare nuove rivalità, una logistica semplificata grazie alle connessioni internazionali delle due città e un ampliamento della fanbase, anche negli Stati Uniti grazie agli investitori overseas.
Tensioni interne e nuovi modelli organizzativi
Non tutto però procede senza intoppi. Sullo sfondo della grande ambizione della EFA si intravede una spaccatura tra i club: da un lato i club sostenuti da investitori e dalla nuova governance (tra cui le due nuove franchigie di Milano e Londra e altri club storici come Rhein Fire e Paris Musketeers) che spingono per un modello organizzativo orientato agli standard della NFL: franchigie autonome, distribuzione equa dei ricavi, business plan trasparente e apertura agli investitori globali. Questa fazione vede nell’ingresso di Milano e Londra il volano definitivo per affermare una lega proiettata verso il mercato globale.
Rumors parlano addirittura della possibilità che da questa frattura interna alla EFA possa nascere una nuova lega (una terza…), operante in autonomia rispetto sia alla European League of Football (ELF) sia all’attuale assetto EFA. Il fatto che nel comunicato stampa dell’annuncio delle due nuove franchigie non si faccia menzione di squadre austriache o polacche è emblema degli schieramenti in atto.
Implicazioni strategiche per Milano
Per Milano l’ingresso nella EFA rappresenta una grande opportunità e al contempo una sfida. Da un lato, la visibilità internazionale che deriva da una presenza nella lega paneuropea può attrarre sponsor globali, media e investitori internazionali. Dall’altro, il salto competitivo impone una modernizzazione del sistema: infrastrutture di livello, marketing internazionale, una fan-experience appealante anche oltre i confini nazionali, e la costruzione di un brand forte. Per la città lombarda si apre dunque un capitolo di rilancio nel football americano che va oltre la dimensione nazionale e mira a radicarsi nell’ecosistema sportivo internazionale.
Quali saranno i passi successivi?
- Il più immediato: definire formalmente la franchigia milanese (brand, ownership, stadio, partenariati) affinché possa esser pronta per la stagione di debutto.
- Implementare il modello di business richiesto dalla EFA: governance trasparente, accordi commerciali internazionali, infrastrutture.
- Rafforzare il legame locale con i tifosi e le comunità, pur mantenendo un’ottica internazionale (fanbase digitale, merchandising globale).
- Monitorare l’evoluzione complessiva della EFA: la data chiave è il 2026, anno in cui la alleanza ha annunciato che non parteciperà più alla ELF e lancerà un proprio campionato.
- Per Milano, posizionarsi come hub italiano del football americano e integrarsi nella rete europea di franchigie della EFA prima che la concorrenza si consolidi.
Uno sguardo al futuro del football americano europeo
L’operazione che coinvolge Milano e Londra riflette una più ampia trasformazione del football americano nel continente. La creazione della EFA – nata ufficialmente nel luglio 2025 come evoluzione della ELF Franchise Association – testimonia la volontà delle franchigie di imprimere un modello federativo diverso, più “club-centric”, con maggiore autonomia e coinvolgimento dei proprietari.
In tale contesto, Milano ha l’opportunità di diventare protagonista, non solo spettatrice, della crescita del football americano in Europa. Ma dovrà farlo investendo su strategia, professionalità e internazionalizzazione reale.






