No Limits Team MonzaNo Limits Team Monza

La squadra Special Olympics nata in collaborazione con Vero Volley è diventata un modello di integrazione: un esempio virtuoso mentre il Paese fa i conti con strutture obsolete e poca accessibilità

Ogni anno, il 3 dicembre, la Giornata Mondiale della Disabilità richiama l’attenzione su un tema che dovrebbe essere centrale nella società contemporanea: la piena inclusione delle persone con disabilità in ogni ambito, a partire dallo sport. Un ambito che, per definizione, rappresenta energia, partecipazione e senso di comunità. Eppure, secondo l’ultimo Osservatorio Valore Sport, in Italia oltre il 20% degli impianti sportivi risulta inaccessibile, a causa di barriere architettoniche e strutture obsolete che impediscono la pratica a migliaia di cittadini. Nel cuore di questo scenario nazionale, esiste però una realtà che dimostra come l’inclusione possa diventare metodo, progetto e cultura: il No Limits Team di Monza, squadra Special Olympics nata nel 2017 grazie alla collaborazione tra l’Associazione Silvia Tremolada e il Consorzio Vero Volley. Una realtà che oggi accoglie decine di atleti con disabilità intellettive e partner volontari, condividendo allenamenti e spazi con le campionesse dell’Opiquad Arena.

L’Italia e il nodo dell’accessibilità sportiva: un problema strutturale

Il Rapporto Osservatorio Valore Sport 2025, sviluppato da The European House – Ambrosetti con CONI, Comitato Italiano Paralimpico, ICSC e Sport e Salute, fotografa senza filtri la situazione degli impianti sportivi: circa 77.000 strutture sul territorio nazionale, molte delle quali nate tra gli anni ’70 e ’80. Il 44% risulta oggi obsoleto e non adeguato agli standard moderni in termini di sicurezza, fruibilità e inclusione. A questo si aggiunge la scarsa distribuzione geografica, che penalizza soprattutto i territori meno serviti, e un numero significativo di barriere fisiche che ostacolano l’ingresso o l’utilizzo delle strutture da parte di persone con disabilità motorie o cognitive. La questione coinvolge anche il sistema scolastico: i dati ISTAT relativi all’anno scolastico 2023-2024 parlano di circa 360.000 alunni con disabilità, pari al 4,5% degli iscritti. Cresce il numero di docenti con formazione specifica (+10% in quattro anni), ma resta un forte problema di continuità didattica, con oltre il 57% degli studenti che cambia insegnante di sostegno ogni anno. In un Paese in cui 21,5 milioni di cittadini dichiarano di praticare sport, l’accesso alle strutture non può diventare un ulteriore fattore di disuguaglianza.

No Limits Team di Monza: quando l’inclusione diventa pratica quotidiana

In questo quadro complesso, il No Limits Team rappresenta una delle iniziative più solide e strutturate dedicate alla pallavolo inclusiva. La squadra coinvolge circa cinquanta persone, tra atleti e partner provenienti dal volontariato o dal mondo scolastico. Ogni settimana, il gruppo si allena sul parquet dell’Opiquad Arena, lo stesso in cui si muovono stelle del calibro di Paola Egonu e Anna Danesi. Ma il regolamento con cui la squadra scende in campo racconta un’idea diversa di sport: una pallavolo 6 contro 6 in cui devono sempre essere presenti 3 atleti con disabilità e 3 partner, con l’obiettivo di collaborare, crescere e migliorare insieme. Le regole introdotte da Special Olympics – rotazioni obbligatorie dopo tre battute consecutive e necessità che almeno un tocco per azione sia eseguito da un atleta – non limitano il gioco, ma lo arricchiscono di significato.

«L’elemento più prezioso del lavoro con i No Limits è il valore umano che viviamo ogni giorno insieme ai ragazzi», racconta Alessandra Marzari, presidente di Vero Volley. «Creiamo un ambiente accogliente in cui ogni persona, indipendentemente dalle proprie abilità, può sentirsi parte integrante di un progetto condiviso». Una visione che conferma la centralità del benessere fisico, sociale ed emotivo nella filosofia del Consorzio.

L’impatto sociale del progetto e la forza della comunità

La squadra non rappresenta soltanto un esempio sportivo, ma una rete sociale in costante espansione. Con l’appoggio del Comune di Monza e di diversi enti del territorio, No Limits Team partecipa a progetti come “Entra in gioco” e a iniziative che garantiscono attività agonistiche fino a due volte al mese. Quest’anno il gruppo parteciperà agli Incontri Regionali Ricreativi di Special Olympics, affiancandosi a team provenienti da tutta la Lombardia. Le storie individuali diventano simboli potenti di cosa significhi abbattere un confine. Tra queste, quella di Sonia Ciboldi, selezionata per rappresentare l’Italia alla prima World Cup di pallavolo Special Olympics in Polonia, dove ha conquistato un prestigioso sesto posto. «L’esempio di Sonia testimonia la bontà del nostro lavoro», sottolinea Massimo Tadini, direttore responsabile di No Limits Team. Tadini aggiunge una riflessione che chiama in causa l’intero sistema: «La parola ‘inclusione’ deve significare autentica mescolanza di persone che hanno opportunità diverse dalla vita. Finché parleremo di integrazione come relazione tra mondi separati, resteremo lontani dal traguardo». Un messaggio che interpreta con lucidità una sfida culturale prima ancora che sportiva.

Un modello replicabile per l’Italia che vuole crescere

L’esperienza del No Limits Team mostra come lo sport possa diventare un laboratorio di cittadinanza attiva e di crescita condivisa. È una palestra di emozioni, di autostima, di consapevolezza dei limiti e delle potenzialità individuali. Un esempio che altri territori potrebbero adottare, soprattutto alla luce della domanda crescente e delle esigenze strutturali evidenziate dai dati nazionali. Monza dimostra che l’inclusione non è un concetto astratto, ma un progetto quotidiano che si costruisce attraverso volontari, allenatori, famiglie, istituzioni e società sportive. Serve un investimento concreto sulle infrastrutture e una visione sistemica capace di unire politiche educative, interventi urbanistici e programmi sportivi.

Guardare oltre le barriere: la strada da seguire

L’Italia ha bisogno di una riforma profonda degli impianti sportivi, capace di rendere l’accesso allo sport un diritto reale per tutti. Le iniziative come No Limits Team rappresentano una guida preziosa per comprendere il valore dell’inclusione come strumento di cambiamento. Il loro lavoro quotidiano insieme ai partner del Vero Volley dimostra che lo sport può davvero unire mondi diversi, creando uno spazio in cui persone con abilità differenti collaborano per un obiettivo comune, condividendo paure, emozioni e traguardi. È un messaggio che va oltre il campo e che restituisce allo sport il suo significato più autentico: essere un linguaggio universale, capace di superare ogni barriera.