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Il tennis italiano vive una fase di espansione senza precedenti, tra risultati sportivi, crescita dei praticanti e ambizioni che vanno ben oltre il campo. In questo contesto si inseriscono le parole di Angelo Binaghi, presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, che in un’intervista a Libero ha rilanciato uno dei suoi storici obiettivi: trasformare Roma nel quinto Slam del tennis mondiale, sottolineando come l’investimento pubblico necessario sarebbe inferiore a quello previsto per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina.

Una dichiarazione che va letta non solo come provocazione, ma come parte di una strategia più ampia che coinvolge sport, istituzioni e visione internazionale, con inevitabili riflessi anche su Milano, sempre più centrale nello sport system italiano.

Il bilancio di un biennio storico per il tennis italiano

Per Binaghi, il 2025 rappresenta la conferma di un ciclo straordinario. «Mi basterebbe raggiungere anche solo un quinto dei risultati ottenuti negli ultimi due anni», ha spiegato, lasciando intendere come il vero rischio oggi non sia tecnico ma organizzativo e istituzionale.

Nei mesi scorsi, infatti, gli Internazionali d’Italia hanno rischiato seriamente di non avere le necessarie garanzie giuridiche per il loro regolare svolgimento. Una criticità risolta grazie all’intervento del ministro dello Sport Andrea Abodi e del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ma che ha acceso i riflettori su un tema cruciale: la stabilità normativa dei grandi eventi sportivi in Italia.

Atp Finals e rapporto con lo Stato: un equilibrio da trovare

Un altro punto delicato riguarda le Atp Finals, oggi evento di punta del calendario indoor mondiale. Binaghi ha ribadito che il torneo non è di proprietà della Fitp ma dell’Atp, e che il Decreto Sport, ipotizzando una co-gestione statale, rischia di complicarne la governance.

La fiducia, tuttavia, è che anche questo nodo venga sciolto attraverso il dialogo istituzionale, preservando un evento che ha trovato in Italia – e in particolare nel Nord del Paese – una collocazione strategica.

Numeri alla mano: il tennis insegue il calcio

Il sorpasso sul calcio non è più solo una suggestione. I dati raccontano di un movimento in fortissima crescita: oltre un milione di tesserati Fitp e più di 6,2 milioni di praticanti tra tennis e padel, contro i 6,5 milioni del calcio. Cinque anni fa il divario era del 39%, oggi è quasi azzerato.

Numeri che certificano come il tennis sia diventato uno sport di massa, con una diffusione capillare che interessa anche le grandi città, Milano in testa, dove impianti, scuole tennis e club stanno vivendo una nuova stagione di centralità.

Sinner, i risultati come unica risposta alle critiche

Impossibile parlare di tennis italiano senza citare Jannik Sinner. Binaghi ha difeso con decisione il numero uno azzurro dalle critiche di alcuni commentatori: «Risponde a suon di risultati e zittisce tutti».

Un rapporto, quello tra la Federazione e Sinner, che affonda le radici nell’infanzia del campione e che oggi rappresenta uno dei pilastri dell’immagine internazionale del tennis italiano.

Coppa Davis e Bologna, un modello vincente

Sul fronte della Coppa Davis, il presidente Fitp ha ricordato come l’Italia abbia dimostrato di poter vincere anche senza il miglior giocatore al mondo, definendo il successo recente «un momento irripetibile».

Le Finals disputate a Bologna hanno prodotto, secondo Boston Consulting Group, 143,8 milioni di euro di impatto economico, con oltre 47mila spettatori e una quota significativa di pubblico internazionale. Un modello che rafforza l’idea di un’Italia sempre più attrattiva per i grandi eventi tennistici.

Roma quinto Slam, Milano-Cortina come termine di paragone

Il passaggio più forte dell’intervista riguarda l’ipotesi di Roma quinto Slam. Per Binaghi non si tratta di un sogno astratto, ma di un progetto che poggia su tre pilastri: un tennis italiano al vertice, una credibilità internazionale consolidata – rafforzata anche dalla presidenza Atp di Andrea Gaudenzi – e un investimento pubblico sostenibile.

In questo quadro, il confronto con Milano-Cortina non è casuale. Secondo Binaghi, lo Stato dovrebbe investire meno rispetto alle Olimpiadi invernali, ottenendo in cambio un evento permanente, globale e con ricadute economiche e mediatiche costanti nel tempo.

Foro Italico e infrastrutture: obiettivo 2028

A rendere concreto il progetto c’è anche il capitolo infrastrutturale. Il tetto mobile sul Centrale del Foro Italico è previsto per il 2028, anno in cui gli Internazionali d’Italia si giocheranno in un impianto rinnovato e finalmente copribile. Un passaggio fondamentale per allineare Roma agli standard dei grandi Major.

Diritti tv e servizio pubblico

Infine, la visione sui diritti televisivi: per Binaghi il grande tennis deve trovare spazio sulla Rai, perché quando uno sport raggiunge certi livelli di popolarità è naturale che venga trasmesso dal servizio pubblico. Un ragionamento che chiama in causa anche Milano, centro nevralgico della produzione televisiva sportiva italiana.

Il tennis italiano tra ambizione e sistema

Le parole di Binaghi restituiscono l’immagine di un tennis italiano maturo, strutturato e ambizioso, pronto a giocare una partita che non riguarda solo i trofei, ma il ruolo dello sport nel Paese. Tra Roma che sogna il quinto Slam e Milano che si prepara a vivere l’eredità di Milano-Cortina, il tennis prova a ritagliarsi uno spazio sempre più centrale nel panorama sportivo e culturale nazionale.