I dati ufficiali dei bilanci 2025 raccontano le strategie economiche delle big e spiegano perché Milano resta centrale nel calcio italiano
Il tema dei costi delle rose in Serie A è tornato al centro del dibattito dopo le parole di Antonio Conte, che nel post partita contro la Cremonese ha messo a confronto il Napoli con Inter, Juventus e Milan, sottolineando come queste ultime siano più “strutturate” dal punto di vista economico e patrimoniale. Un’affermazione che trova riscontro nei numeri.
A fare chiarezza ci ha pensato l’analisi di Calcio e Finanza, basata sui bilanci ufficiali chiusi al 30 giugno 2025, che restituisce una fotografia precisa dei costi complessivi delle rose del massimo campionato italiano. Numeri che non raccontano solo chi spende di più, ma soprattutto come e perché.
Come vengono calcolati i costi delle rose
L’analisi prende in considerazione tutte le principali voci che incidono sul costo annuo di una squadra:
- i calciatori di proprietà, sommando quota di ammortamento e stipendio lordo (tenendo conto anche dei benefici fiscali del Decreto Crescita),
- i giocatori in prestito, includendo costo del prestito e stipendio lordo,
- i giocatori ceduti temporaneamente, considerando l’ammortamento e lo stipendio solo se ancora a carico del club.
Il totale di queste voci restituisce il costo complessivo della rosa, senza includere le commissioni agli agenti e simulando l’arrivo dei giocatori a inizio luglio per uniformare i dati. Si tratta quindi di numeri solidi, costruiti su documenti ufficiali e comunicazioni societarie.
Juventus prima, ma il Napoli fa paura
In cima alla classifica resta la Juventus, che conferma di avere la rosa più costosa della Serie A. Il dato è sostanzialmente stabile rispetto alla stagione precedente, ma il margine sulle inseguitrici si è ridotto. I bianconeri guidano la graduatoria per ammortamenti, mentre sono secondi per monte ingaggi, segno di un modello che continua a poggiare su investimenti importanti sui cartellini.
Alle spalle della Juve si avvicina in modo deciso il Napoli, protagonista di una crescita significativa del costo rosa nelle ultime due stagioni. Il dato dei partenopei è fortemente influenzato dal sistema di ammortamento a quote decrescenti, che concentra i costi nei primi anni di contratto. Una scelta che oggi pesa sui conti, ma che in prospettiva dovrebbe alleggerire il bilancio. Anche ipotizzando un ammortamento “classico”, il costo della rosa azzurra resterebbe comunque ampiamente sopra i 200 milioni di euro, confermando il secondo posto tra le big.
Inter davanti al Milan: Milano resta al centro
Il cuore dell’analisi, per chi guarda a Milano, è il confronto tra Inter e Milan. I nerazzurri occupano il terzo posto nella classifica dei costi, con una rosa che sfiora i 196 milioni di euro, leggermente superiore a quella rossonera.
L’Inter, sotto la gestione Oaktree, presenta un profilo molto particolare: è prima per monte ingaggi, con circa 141 milioni di euro, quasi 20 in più rispetto alla Juventus. Un dato spiegato dalla strategia degli ultimi anni, basata su acquisti a parametro zero accompagnati però da stipendi elevati. Al contrario, i nerazzurri sono solo sesti per ammortamenti, segno di una ridotta incidenza dei cartellini sul bilancio.
Il Milan segue una strada differente. Il club di via Aldo Rossi mostra un equilibrio più marcato tra ammortamenti e stipendi, con una politica salariale più prudente ma investimenti significativi sui cartellini nelle ultime finestre di mercato. Una scelta che riflette l’obiettivo di coniugare competitività e sostenibilità, senza rinunciare a costruire valore nel medio-lungo periodo.
Roma, Atalanta e il resto della Serie A
Subito dietro il Milan si colloca la Roma, con un costo rosa stimato intorno ai 163 milioni di euro, dato non ancora definitivo in attesa del bilancio ufficiale. Il monte ingaggi dei giallorossi resta molto elevato, addirittura superiore a quello rossonero, anche a fronte di una rosa numericamente più ampia.
Segue l’Atalanta, che si attesta sui 135 milioni, con ammortamenti importanti legati agli investimenti strutturali degli ultimi anni. Più staccate Fiorentina (111 milioni, in crescita rispetto al 2024/25) e Lazio (107 milioni), che chiude la classifica tra le big ma mostra un dato in aumento per effetto della maturazione di alcuni riscatti.
Modelli economici diversi, stessa Serie A
L’analisi di Calcio e Finanza conferma come la Serie A sia attraversata da modelli economici profondamente diversi.
Inter e Juventus continuano a puntare su monte ingaggi elevati per sostenere l’ambizione sportiva.
Il Milan privilegia una gestione salariale più sostenibile, compensata da investimenti mirati sui cartellini.
Il Napoli paga oggi gli investimenti dell’era Conte, con la prospettiva di una riduzione dei costi nelle stagioni future.
Numeri che non assegnano trofei, ma che spiegano molto delle gerarchie e delle ambizioni del campionato. E che confermano una certezza: Milano, tra Inter e Milan, resta uno dei veri baricentri economici e sportivi della Serie A.

