Il mondo degli sport da combattimento piange Angelo Valente, scomparso a 51 anni dopo una lunga malattia affrontata con la stessa determinazione che lo aveva reso un simbolo del ring. Figura amatissima a Milano e punto di riferimento per generazioni di atleti, Valente lascia un’eredità che va ben oltre i titoli conquistati: quella di un maestro capace di trasformare la lotta in un insegnamento di vita.
Nato nel 1973, Valente aveva costruito una carriera straordinaria, diventando campione del mondo di kickboxing per ben quattro volte, con federazioni internazionali come la W.K.A., la W.P.K.C. e la W.F.C. Prima ancora, si era distinto anche nella Savate e nel Full Contact, conquistando titoli nazionali e imponendosi come uno dei migliori fighter italiani della sua generazione. Nel 2006 era salito anche sul ring della boxe professionistica, nella categoria dei pesi medi, chiudendo con una vittoria.
Dalla gloria del ring alla palestra
Dopo aver appeso i guantoni, Valente aveva scelto di mettere la sua esperienza al servizio degli altri, fondando la Kick and Punch a Pieve Emanuele, alle porte di Milano. La sua palestra non era solo un luogo di allenamento, ma una comunità viva, dove professionisti, celebrità, ragazzi comuni e persone con disabilità trovavano spazio e motivazione.
Nel 2012 aveva creato anche KickAndPunch, evento che negli anni è diventato un punto di riferimento per gli sport da combattimento a livello europeo, capace di unire agonismo, spettacolo e solidarietà.
Un maestro rispettato e amato
Nel 2024 il CONI gli aveva conferito la Palma di bronzo al merito tecnico, riconoscendo non solo il suo percorso da atleta, ma anche il contributo come allenatore e promotore di valori sportivi autentici.
Attorno a lui si era formata una grande famiglia fatta di allievi, colleghi e amici. Nella sua palestra si sono allenati anche volti noti come Elisabetta Canalis, Sfera Ebbasta, Andrea Pucci e il giovane talento Francesco Camarda. Proprio Canalis, legatissima a lui, ha voluto salutarlo con parole commosse:
“Scrivere eri non è sopportabile. Posso solo dirti grazie per quello che hai fatto per me, per quello che mi hai insegnato e per il coraggio che mi hai dato.”
La forza fino alla fine
Dal 2015 Valente lottava contro una grave malattia, senza mai smettere di insegnare, allenare e trasmettere la sua energia. Anche negli ultimi anni, nonostante la sofferenza, non aveva abbandonato la palestra né i suoi allievi. Per tutti è rimasto un esempio di coraggio, dedizione e umanità.
Milano perde così un campione vero, ma soprattutto un uomo che ha saputo dare visibilità e dignità agli sport da combattimento, portandoli oltre la dimensione del confronto fisico, verso quella della crescita personale e del rispetto reciproco.
Un’eredità che resta
Oggi il nome di Angelo Valente vive nei suoi allievi, nei ragazzi che ha aiutato, negli eventi che ha fondato e nelle persone che ha ispirato. Il suo lascito è fatto di disciplina, passione e cuore: i tre elementi che, per lui, hanno sempre fatto di un combattente un uomo migliore.