I nerazzurri pareggiano 2-2 con il Bayern e volano in semifinale, dove affronteranno il Barcellona, rievocando la storica sfida del 2010.
Una notte da ricordare a San Siro
L’Inter conquista la semifinale di Champions League dopo un emozionante pareggio 2-2 contro il Bayern Monaco, grazie al successo per 2-1 ottenuto all’andata. I nerazzurri, guidati da Simone Inzaghi, dimostrano carattere e determinazione, resistendo agli assalti dei bavaresi e capitalizzando le occasioni create. Una prestazione che unisce cuore, organizzazione e lucidità: elementi essenziali per competere a questi livelli.
San Siro, gremito in ogni ordine di posto, si è trasformato ancora una volta in un fortino europeo. Con questa sono 15 partite consecutive senza sconfitte in casa nella massima competizione continentale. Un dato che certifica quanto lo stadio meneghino sia tornato a essere un fattore determinante, come ai tempi dei fasti europei.
Il racconto della partita
Il primo tempo vede un Bayern aggressivo, con Sommer protagonista di alcune parate decisive. I tedeschi dominano nel possesso palla, sfiorando il 65%, e sfruttano le corsie laterali per mettere pressione alla retroguardia nerazzurra. Olise illumina la manovra con tocchi eleganti e intuizioni sopra la media, ma la difesa dell’Inter regge l’urto grazie a un attento Acerbi e a un Bastoni in serata di grazia.
La svolta arriva nella ripresa: al 52′ Kane porta in vantaggio i tedeschi con un destro angolato che punisce l’unica sbavatura difensiva dell’Inter. Ma la reazione nerazzurra è da grande squadra. Al 58′ Lautaro Martínez pareggia con una zampata da rapace d’area, raggiungendo quota 8 gol in questa edizione della Champions. Tre minuti dopo, Benjamin Pavard, ex del Bayern, anticipa tutti su corner e sigla il gol del 2-1, il primo con la maglia dell’Inter. Al 76′ Eric Dier riporta il punteggio in parità con un colpo di testa preciso, ma non basta. L’Inter difende con ordine, respinge ogni tentativo bavarese e resiste fino al fischio finale.
Verso la semifinale con il Barcellona
Il prossimo ostacolo si chiama Barcellona, per una semifinale che evoca inevitabilmente quella del 2010, l’anno del Triplete. Quella volta furono i nerazzurri a trionfare, superando i blaugrana con cuore e organizzazione. Oggi, a distanza di 15 anni, la storia si ripete. L’andata si giocherà mercoledì 30 aprile a Montjuïc, mentre il ritorno è previsto per martedì 6 maggio a San Siro. L’obiettivo è tornare a disputare una finale di Champions League, in programma il 31 maggio all’Allianz Arena di Monaco.
In un momento in cui il Barcellona vive una fase di transizione, l’Inter potrà sfruttare la propria solidità difensiva e il cinismo offensivo per tentare un’altra impresa. La squadra di Flick resta tecnicamente superiore in molti reparti, ma la compattezza del gruppo nerazzurro potrebbe fare la differenza.
Le parole di Simone Inzaghi
Al termine del match, un emozionato Simone Inzaghi ha commentato:
«È una serata bellissima, arrivata contro una squadra fortissima. Ci sono volute due grandi gare ma i ragazzi sono stati splendidi. È una vittoria da condividere con tutti».
Il tecnico ha poi aggiunto: «Abbiamo costruito una squadra che ha portato trofei nonostante le difficoltà. Il Bayern ha budget e ingaggi superiori, ma noi abbiamo risposto colpo su colpo. San Siro? Emozionante, come sempre». Una dichiarazione che conferma il grande lavoro fatto nel costruire un gruppo coeso, anche in un contesto economico non semplice.
I protagonisti del match
- Lautaro Martínez: capitano e leader tecnico, raggiunge Eto’o a quota 8 gol in Champions con l’Inter. La sua fame di vittoria è diventata il simbolo della squadra;
- Benjamin Pavard: primo gol in nerazzurro proprio contro la sua ex squadra. Ha scelto la notte giusta per lasciare il segno;
- Yann Sommer: determinante con almeno tre interventi salva-risultato. Garanzia tra i pali;
- Francesco Acerbi: impeccabile nella marcatura su Kane, annulla una delle punte più temute d’Europa per lunghi tratti del match.
L’analisi tattica
La strategia di Inzaghi si è rivelata vincente: difesa bassa, centrocampo denso e ripartenze fulminee. Calhanoglu e Barella hanno corso e ragionato, mentre Thuram e Lautaro si sono sacrificati in fase di non possesso. I cambi sono stati gestiti con equilibrio, senza snaturare l’assetto tattico.
Il Bayern, pur padrone del pallone, è parso spesso sterile in zona gol. La squadra di Kompany ha peccato di concretezza e ha lasciato troppi spazi in transizione. L’Inter ne ha approfittato con maturità.
Un sogno europeo che continua
L’Inter dimostra di essere una squadra solida e ambiziosa, pronta a scrivere un’altra pagina di storia europea. La sfida con il Barcellona sarà un banco di prova importante, ma i nerazzurri hanno già dimostrato di poter competere ai massimi livelli. San Siro sogna, i tifosi si stringono attorno a un gruppo che non smette di stupire. E il ricordo del 2010 non è mai stato così vivo.