yann sommer - foto generata con IAyann sommer - foto generata con IA

L’Inter guarda già oltre Yann Sommer. Il rientro dello svizzero tra i pali è imminente, ma a Milano il futuro della porta nerazzurra è un tema aperto e strategico. Sommer è in scadenza e, salvo sorprese, saluterà al termine della stagione. Una decisione che obbliga il club a pianificare con largo anticipo il profilo del prossimo titolare, anche alla luce delle nuove esigenze imposte da Oaktree e dalle liste federali.

Sommer, Martinez e il nodo delle gerarchie

La parentesi di Pep Martinez ha confermato una sensazione già diffusa alla Pinetina. Il portiere ha risposto presente in un momento personale complicato, ma nell’anno e mezzo trascorso all’Inter non ha mai dato l’impressione di poter essere il numero uno del futuro. Cristian Chivu ha sempre rispettato le gerarchie, anche quando il rendimento di Sommer è stato tutt’altro che impeccabile, ma la direzione sembra ormai tracciata.

In questo scenario, paradossalmente, l’unico portiere che potrebbe restare è Raffaele Di Gennaro. Anche lui è in scadenza, ma il fatto di essere italiano e prodotto del vivaio lo rende prezioso per la compilazione delle liste. Un dettaglio tutt’altro che secondario, considerando che l’Inter rischia di perdere diversi italiani nei prossimi mesi.

L’Ital-Inter e il bisogno di identità azzurra

Il tema della quota italiana è centrale. Con Davide Frattesi sul mercato e Francesco Acerbi e Matteo Darmian in scadenza, l’Inter dovrà inevitabilmente “rabboccare” lo zoccolo duro azzurro. Non è un vezzo nostalgico, ma una necessità tecnica, regolamentare e di spogliatoio.

È lo stesso motivo che ha spinto il club ad apparecchiare l’operazione Palestra e che oggi riporta con forza d’attualità il nome di Guglielmo Vicario.

Vicario, primi contatti e volontà del giocatore

I primi abboccamenti con l’entourage di Vicario ci sono già stati. L’obiettivo è chiaro: capire se il portiere è disposto a lasciare il Tottenham per tornare in Serie A. Dal punto di vista tecnico, il profilo convince da tempo: se i tempi di mercato si fossero incastrati diversamente, Vicario sarebbe potuto essere già l’erede di Onana.

L’operazione resta complessa, ma un fattore potrebbe renderla meno tortuosa rispetto al passato.

Senza Paratici, una trattativa meno spigolosa?

L’imminente addio di Fabio Paratici dal Tottenham viene letto come un possibile elemento di distensione. I rapporti non idilliaci tra l’ex dirigente bianconero e Beppe Marotta rappresentavano un ostacolo aggiuntivo, legato a strascichi mai del tutto sedimentati dopo l’addio di Marotta alla Juventus.

La sua uscita di scena non rende l’affare semplice, ma quantomeno elimina una variabile politica che avrebbe potuto irrigidire ulteriormente il dialogo tra i club.

Costi, età e paletti Oaktree

Restano però i nodi principali. Vicario percepisce 4,6 milioni di euro a stagione e il Tottenham, per il cartellino, difficilmente scenderà sotto quota 30 milioni. Inoltre, a ottobre il portiere compirà 30 anni, un’età che non rientra perfettamente nei parametri tracciati da Oaktree, orientati su profili più giovani e con margini di rivalutazione.

Per questo motivo l’Inter continua a tenere monitorato anche Noah Atubolu, classe 2002 del Friburgo, considerato un’alternativa più in linea con la nuova filosofia societaria e apprezzato da Ausilio e Baccin.

Vicario resta in cima alla lista

Nonostante tutto, Vicario resta in cima alla lista. Il bisogno di italiani pronti, possibilmente nel giro della Nazionale, e la volontà di mantenere uno zoccolo duro azzurro nello spogliatoio pesano più dei parametri anagrafici. Per ammorbidire le richieste del Tottenham, sarà decisiva anche la posizione del giocatore, che potrebbe spingere per il ritorno in Italia.

Non solo porta: avanti tutta su Mlacic

Parallelamente, l’Inter continua a lavorare sul fronte giovani. Prosegue spedita la trattativa per Branimir Mlacic, centrale classe 2007 dell’Hajduk Spalato. Il club nerazzurro vuole evitare aste e valuta due opzioni: acquistarlo subito per inserirlo nell’Under 23 oppure lasciarlo in Croazia fino a fine stagione, seguendo un percorso simile a quello già visto con altri giovani.

La porta dell’Inter come snodo del nuovo ciclo

Il dopo Sommer non è solo una questione di portieri, ma uno snodo chiave del nuovo corso nerazzurro. Vicario rappresenta una scelta di identità oltre che di affidabilità. Senza Paratici, la strada potrebbe essere meno accidentata. Resta da capire se l’Inter deciderà di forzare la mano o se, ancora una volta, sarà il mercato a dettare tempi e condizioni.