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Italian Padel accelera sull’internazionalizzazione: la visione del CEO Claudio Galuppini

Italian Padel by Claudio Galuppini

Dal sogno nato a Roma all’espansione globale, Italian Padel lancia una campagna di crowdfunding da 4 milioni per conquistare 145 Paesi.

L’ascesa del padel e il ruolo di Italian Padel

Il padel è il fenomeno sportivo del decennio. In meno di dieci anni, l’Italia è passata da 20 campi a oltre 10.000, con più di un milione di praticanti. Una crescita senza precedenti che riflette un trend globale: entro il 2027 si stima che i campi nel mondo supereranno quota 74.000.

In questo scenario si inserisce Italian Padel, azienda bresciana che oggi detiene il 25% del mercato nazionale e ha già installato oltre 2.500 campi in Italia e 1.000 all’estero, in 38 Paesi. Fondata da Claudio Galuppini, l’impresa è diventata un punto di riferimento grazie a innovazione, qualità e un network che oggi raccoglie più di 300.000 giocatori e 750 club affiliati.

Il prossimo passo è ambizioso: un progetto di internazionalizzazione che prevede l’espansione in 145 Paesi, con nuovi brevetti come il “Crystal Padel” e il “Cyber Padel”, oltre a una piattaforma digitale multilingue che collegherà circoli, sponsor e appassionati.

Per sostenere questa visione, Italian Padel ha lanciato una campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd con l’obiettivo di raccogliere 4 milioni di euro.

Abbiamo intervistato Claudio Galuppini, CEO e fondatore dell’azienda, per approfondire i passaggi chiave di questa crescita e la filosofia che guida Italian Padel.

Intervista a Claudio Galuppini, CEO di Italian Padel

D: Oggi Italian Padel detiene il 25% del mercato nazionale. Qual è stato il passaggio decisivo che ha trasformato una realtà artigiana in un player internazionale?

R: «Il passaggio decisivo è nato dal primo giorno in cui ho avuto la fortuna di conoscere il padel. Ero a Roma con i miei figli, di età diverse, e per la prima volta abbiamo potuto giocare tutti insieme. Non praticavo sport da 35 anni, ma mi sono divertito come un ragazzino. Ho capito subito che il padel poteva essere un business per la costruzione dei campi, ma anche uno sport capace di arrivare a chiunque. Lì è scattata la scintilla: vedevo un gioco che abbatteva le barriere, univa le persone e portava benefici psicofisici a tutti».

D: In che modo questa esperienza personale ha influenzato la visione imprenditoriale?

R: «Io l’ho definito un progetto divino. Vengo da un’infanzia difficile e il mio sogno era migliorare il mondo che mi circondava. Con il padel ho ritrovato anche amici di gioventù, quelli con cui avevo giocato a calcetto all’oratorio. Per questo lo chiamo “oratorio 5.0”: un luogo di incontro, divertimento e comunità, arricchito dalla tecnologia di oggi. Giocare a padel significa riscoprire il bambino interiore che c’è in noi».

D: Oggi il network Italian Padel Club è una realtà consolidata. Come nasce questa idea?

R: «Già nel 2015, quando ho conosciuto il padel, pensavo a un progetto che andasse oltre la semplice costruzione dei campi. Oggi con Italian Padel Club abbiamo oltre 300.000 frequentatori fidelizzati e 750 circoli nazionali. È un network che connette persone, circoli e sponsor, offrendo anche contenuti formativi come tutorial e podcast. L’obiettivo è farne un aggregatore nazionale e internazionale, tradotto in 25 lingue, capace di offrire servizi, eventi e un marketplace dedicato al padel».

D: Perché puntare sul crowdfunding per sostenere questo piano di crescita?

R: «Fino a qui sono arrivato con le mie forze. Da oggi voglio aprire il percorso a tanti compagni di viaggio. Il crowdfunding è uno strumento che ci permette di coinvolgere gli appassionati, gli investitori e chi crede in questo progetto. Non si tratta solo di produrre campi, ma di costruire un ecosistema che connetta persone e mercati».

D: Quali sono gli obiettivi concreti per i prossimi anni?

R: «Vogliamo installare 2.000 campi entro il 2030 e aprirci a 145 Paesi. La nostra forza sarà l’unione tra hardware e software: da un lato la qualità e l’innovazione dei campi, dall’altro il network e la piattaforma digitale. Il nostro slogan è “Born to build, evolved to connect”: siamo nati per costruire, ma siamo evoluti per connettere».

Italian Padel, dal sogno al futuro globale

Dall’intuizione personale di Claudio Galuppini alla leadership industriale, il percorso di Italian Padel dimostra come una visione imprenditoriale possa trasformarsi in un fenomeno internazionale. L’internazionalizzazione, i brevetti innovativi e il network digitale sono i tre pilastri di una strategia che mira a ridefinire il futuro del padel.

Milano, città dinamica e aperta alle innovazioni, seguirà da vicino questo percorso, dato che la Lombardia è uno dei motori della crescita del padel in Italia. Una storia che parte dal campo e arriva a un nuovo modo di intendere sport, comunità e business.

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