Il mercato estivo si è chiuso con l’arrivo di Adrien Rabiot, simbolo della nuova era di Max Allegri. Ma tra tanti movimenti, dubbi e cessioni di massa, il bilancio non è ancora chiaro.

Il sipario sul calciomercato del Milan è calato, lasciando dietro di sé una sensazione di incompiuto. Non perché siano mancati i nomi di spessore o le operazioni coraggiose, ma perché è arduo condensare in un voto secco un’estate tanto complessa. La cifra tecnica degli arrivi è indiscutibile, eppure l’impressione è che resti ancora qualcosa da verificare sul campo.

Rabiot, il vero colpo di Allegri

Adrien Rabiot è l’ultimo acquisto in ordine temporale, ma il primo che porta inequivocabilmente la firma di Massimiliano Allegri. Il tecnico lo conosce a memoria, ne apprezza la disciplina tattica e la capacità di imporsi in mezzo al campo, pur essendo consapevole delle ombre caratteriali che in passato ne hanno condizionato il rendimento. «Di lui mi fido», avrebbe confidato il tecnico a chi gli chiedeva un giudizio. La verità è che Rabiot rappresenta il faro del nuovo corso: equilibrio, muscoli e intelligenza calcistica.

Nkunku, talento da decifrare

Se Rabiot offre garanzie immediate, Nkunku rappresenta invece la grande scommessa. Un attaccante dal talento cristallino, dotato di fantasia e colpi che incendiano le partite. Ma i guai fisici lo hanno reso fragile e incostante negli ultimi anni. Il Milan ha scelto di puntarci ugualmente, consapevole che, se dovesse trovare continuità, il francese ex Chelsea potrebbe diventare il trascinatore offensivo tanto atteso a San Siro.

Modric eterno, Ricci in cerca di spazio

Le prime gare ufficiali hanno già raccontato storie diverse. Luka Modric sembra aver stretto un patto con il tempo: il croato detta ancora i ritmi come il migliore dei registi, incantando il pubblico rossonero. Samuele Ricci, invece, appare spaesato: la concorrenza di nomi illustri e l’impatto con un club di questa dimensione sembrano averne minato la sicurezza. Altri acquisti sono ancora in fase di rodaggio, pronti a mostrare le proprie qualità ma non ancora del tutto inseriti.

Lecce, un segnale da non sprecare

La trasferta di Lecce ha rappresentato una prova generale del Milan che verrà. Una squadra corta, aggressiva, capace di muovere palla con rapidità e di occupare il campo con idee precise. È forse il dato più incoraggiante dell’intera estate: il disegno tattico di Allegri c’è, ora deve essere consolidato. Se questa identità verrà coltivata, il Milan potrà davvero ambire a recitare un ruolo da protagonista in Serie A.

Trentadue addii, un limite da non superare

C’è però un numero che non può essere ignorato: trentadue. Tanti sono i giocatori che hanno lasciato il Milan in questa sessione di mercato. Una cifra impressionante, che rischia di destabilizzare lo spogliatoio e impoverire la memoria collettiva della squadra. Le rivoluzioni possono essere affascinanti, ma a volte finiscono per bruciare legami e certezze. Allegri dovrà essere bravo a ricostruire in fretta coesione e spirito di gruppo.

Un bilancio sospeso

Dare un voto al calciomercato del Milan è, oggi, impossibile. Rabiot garantisce affidabilità, Nkunku è una scommessa ad alto potenziale, Modric un lusso che pochi possono permettersi. Ma le troppe uscite e l’incognita legata alla tenuta di alcuni reparti impediscono di parlare di un mercato pienamente positivo o negativo. Tutto sarà rimandato al campo: solo i risultati diranno se questa rivoluzione estiva è stata la scelta giusta o un azzardo eccessivo.

Per ora resta la sensazione di un Milan che ha osato e che ha affidato ad Allegri le chiavi di un progetto nuovo. Un giudizio netto arriverà soltanto più avanti, quando la squadra saprà dimostrare di essere all’altezza delle proprie ambizioni.