a soccer stadium filled with lots of peoplePhoto by <a href="https://unsplash.com/@zachr1992?utm_source=instant-images&utm_medium=referral" target="_blank" rel="noopener noreferrer">Zach Rowlandson</a> on <a href="https://unsplash.com" target="_blank" rel="noopener noreferrer">Unsplash</a>

Un gesto che colpisce il legame squadra-città

L’ipotesi che la gara di Serie A Milan–Como venga disputata in Australia — anziché nel suo teatro naturale, lo stadio di San Siro — ha provocato durissime reazioni, soprattutto a Milano. L’Associazione Consumatori Codici, con una forte presa di posizione, denuncia che la decisione calpesta i diritti degli abbonati e tradisce il senso profondo dell’appartenenza alla squadra.

Il caso Milano e l’indignazione dei tifosi

Secondo Codici, spostare la partita oltreoceano significa privare migliaia di abbonati milanesi del diritto già pagato di assistere alle gare casalinghe. Gli abbonamenti sottoscritti garantiscono la partecipazione alle partite interne: trasformare un match in “evento internazionale” sottrae ai tifosi la possibilità di partecipazione dal vivo, riducendoli a semplici spettatori televisivi.

Inoltre, l’Associazione mette in luce che anche per i tifosi della squadra ospite (Como, in questo caso) c’è un vulnus: rinunciare alla possibilità di seguire i propri beniamini, spesso a pochi chilometri di distanza, è un danno morale e simbolico.

Secondo Davide Zanon, presidente di Codici Lombardia:

«Chi ha pagato per seguire la propria squadra a San Siro non può essere escluso perché qualcuno ha deciso di trasformare una partita di campionato in un evento commerciale dall’altra parte del mondo. Il calcio vive della passione della sua gente, non dei voli intercontinentali.»

Per Codici, questo spostamento rappresenta «un precedente gravissimo» che calpesta i diritti dei tifosi e minaccia di snaturare l’abbonamento, slegandolo dall’esperienza concreta dello stadio.

Le richieste a Lega, istituzioni e società

Codici avanza tre richieste precise:

  1. Chiarezza immediata da parte di Lega Serie A e delle società coinvolte sulle modalità di rimborso o compensazione per gli abbonati penalizzati.
  2. Intervento del Ministero dello Sport e delle autorità competenti per garantire che i tifosi-consumatori siano tutelati contro decisioni arbitrarie.
  3. Apertura di un tavolo permanente di confronto per evitare che simili trasferimenti si ripetano, e preservare il legame tra club e comunità locale.

Zanon conclude:

«Spostare Milan–Como a migliaia di chilometri da San Siro significa non solo privare i milanesi di una loro partita, ma anche spezzare il legame autentico tra squadra e città. Siamo davanti a un precedente intollerabile che tratta i tifosi come un fastidio e non come il cuore del calcio.»

Dietro l’operazione trasferimento: Olimpiadi, normative e precedenti

L’origine dell’ipotesi del trasferimento risiede nella disponibilità limitata di San Siro, che sarà impegnato nella cerimonia d’apertura delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 proprio nel weekend in cui si dovrebbe disputare la partita.

La FIGC ha già dato un parere positivo alla richiesta della Lega.

Milano al centro: un crocevia tra passione e business

In una città come Milano, dove il calcio è innanzitutto fenomeno culturale e identitario, la decisione di spostare Milan–Como oltre i continenti rischia di diventare un episodio spartiacque. Non riguarda solo una partita: mette in discussione il senso stesso dell’abbonamento. E la relazione tra squadra e tifoseria, e l’equilibrio fra interessi commerciali e le radici di una comunità sportiva.

L’appello di Codici non può passare sotto traccia. Qualunque scelta verrà presa dovrà essere trasparente, equa e rispettosa di chi, con passione e soldi, sostiene la squadra tutto l’anno. Milano merita che il proprio diritto di tifare venga tutelato.