Un volume ricco di testimonianze e immagini rievoca l’edizione storica dei Giochi Invernali del 1956, rilanciando l’identità olimpica italiana in vista del grande appuntamento del 2026
Un viaggio nella memoria olimpica italiana
Milano guarda al 2026, ma la storia comincia da Cortina. A settant’anni dalle prime Olimpiadi invernali ospitate dall’Italia, un nuovo libro celebra quell’evento epocale: si intitola «Cortina 1956. Le prime Olimpiadi bianche in Italia» e sarà disponibile in tutte le librerie dal 25 luglio 2025. L’opera, promossa da Fondazione Cortina e Marsilio Arte, è firmata dal giornalista Massimo Spampani insieme alla storica dell’arte Eleonora De Filippis, che cura la pubblicazione.
Il volume si propone come un ponte ideale tra passato e futuro, utile non solo agli appassionati di sport, ma anche a chi voglia comprendere meglio l’evoluzione urbanistica, culturale e sociale di Cortina d’Ampezzo e dell’intero Paese. Un’opera di valore storico e simbolico che anticipa l’atmosfera olimpica che Milano si appresta a vivere nel 2026.
Cortina 1956: quando l’Italia scoprì le Olimpiadi invernali
Il racconto prende il via da Cortina d’Ampezzo, Regina delle Dolomiti, dove nel 1956 si disputarono i VII Giochi Olimpici Invernali, i primi nella storia italiana. Massimo Spampani, nativo di Cortina, ricostruisce quell’esperienza con il tono di chi l’ha vissuta da vicino, affidandosi a una ricca documentazione di testimonianze, aneddoti e immagini d’epoca. L’effetto è quello di un viaggio immersivo nel tempo, in cui la narrazione sportiva si intreccia con la rinascita dell’Italia del dopoguerra.
La seconda parte del volume, curata da Eleonora De Filippis, si concentra sull’aspetto urbanistico e iconografico: racconta il volto che Cortina assunse per accogliere il mondo, tra nuove architetture e una strategia comunicativa che ne consolidò l’immagine glamour e sportiva a livello internazionale.
Un patrimonio di valori per il futuro
«Quelle Olimpiadi hanno lasciato un’eredità fatta di valori, passione e identità, trasformando Cortina in un simbolo mondiale dello sport della montagna», ha dichiarato Stefano Longo, presidente di Fondazione Cortina. Il libro arriva in un momento decisivo per la storia dello sport italiano: l’avvicinamento a Milano-Cortina 2026 si carica anche di significato culturale e identitario.
Non a caso, la prima presentazione ufficiale del volume si terrà il 10 agosto a Cortina, nell’ambito della rassegna “Una Montagna di Libri”, tra gli appuntamenti culturali più attesi delle Dolomiti.
Marsilio Arte e la riscoperta della storia sportiva
A credere fermamente nel progetto è anche Emanuela Bassetti, presidente di Marsilio Arte, che afferma: «I Giochi Invernali ospitati a Cortina nel 1956 rappresentano un’impresa di visione, coraggio e determinazione: un successo che ha trasformato la città in un punto di riferimento culturale e sportivo, consacrandone la vocazione turistica e proiettandone il nome ben oltre i confini nazionali».
Il libro si propone quindi come strumento educativo e divulgativo, capace di raccontare una pagina fondamentale dello sport italiano, anticipando l’eco emotiva e simbolica che il prossimo evento olimpico susciterà in tutto il Paese.
Fondazione Cortina: un modello di governance per il futuro
Il lavoro editoriale si inserisce nel più ampio disegno della Fondazione Cortina, ente organizzatore dei grandi eventi sportivi della città e braccio operativo regionale per Milano-Cortina 2026. Nata dalla sinergia tra Regione Veneto, Provincia di Belluno e Comune di Cortina d’Ampezzo, la Fondazione rappresenta un modello virtuoso di valorizzazione territoriale, in grado di coinvolgere realtà economiche, associative e istituzionali.
Associazione Albergatori, Cortina Ski World, Sci Club Cortina, ma anche importanti sponsor nazionali e internazionali – come Audi, Coca Cola, VISA, Lavazza e Prosecco DOC – contribuiscono a costruire un ecosistema efficiente e partecipato, essenziale per la riuscita delle Olimpiadi del 2026.
Milano protagonista nel passaggio di testimone olimpico
Se Cortina rappresenta il cuore storico e simbolico, Milano è la testa e il motore strategico dell’Olimpiade del 2026. La città metropolitana, con la sua vocazione all’innovazione, al design e all’accoglienza, sarà protagonista di molte delle competizioni, nonché della cerimonia di apertura.
Ecco perché un volume come «Cortina 1956» assume un significato ancora più forte nel capoluogo lombardo, dove l’interesse per la cultura olimpica è cresciuto in parallelo ai cantieri e alle progettualità collegate ai Giochi.
Milano, che ospiterà le gare di hockey, pattinaggio e le cerimonie, si riconosce nel racconto di una Cortina pioniera, moderna e accogliente: due anime che si completano, due facce dello stesso spirito olimpico.
Un libro per riscoprire, capire e prepararsi
Il volume si presta anche a diventare uno strumento di approfondimento per studenti, operatori turistici, storici dello sport e appassionati, arricchendo il patrimonio editoriale italiano dedicato alle Olimpiadi.
Con un linguaggio accessibile ma rigoroso, e un impianto iconografico di grande impatto, «Cortina 1956» offre una lettura multidimensionale: sportiva, architettonica, sociale e culturale.
Milano-Cortina 2026 non sarà solo un evento sportivo, ma anche una narrazione collettiva, una riflessione sull’identità italiana, sul turismo sostenibile, sulla rigenerazione urbana e sulla capacità del nostro Paese di proporsi come protagonista globale.
Tra passato e futuro: Cortina scrive ancora la storia
A settant’anni dal debutto olimpico, Cortina torna sulla scena internazionale con lo stesso spirito, ma con strumenti nuovi. L’Olimpiade del 2026 sarà diversa, più tecnologica, più inclusiva, ma fortemente radicata nella tradizione che proprio il 1956 contribuì a costruire.
Il libro di Spampani e De Filippis non è nostalgia, ma consapevolezza: per sapere dove stiamo andando, dobbiamo sapere da dove siamo partiti. E Cortina, ancora una volta, mostra la via.