Milano - Legnaro ph Semino, HC Milano hockey Serie AMilano - Legnaro ph Semino, HC Milano hockey Serie A

Dopo una Gara 2 di finale scudetto segnata da gravi errori d’arbitraggio, il presidente Tessari, HC Milano Hockey, lancia un duro attacco e chiede interventi immediati per salvaguardare la regolarità del campionato.

Una sfida intensa macchiata da episodi inaccettabili

La seconda partita della finale di campionato di hockey in-line tra HC Milano e Diavoli Vicenza ha acceso gli animi, ma non solo per lo spettacolo offerto in pista. Dopo una prestazione maiuscola della sua squadra, il presidente Tessari rompe il silenzio con dichiarazioni forti e inequivocabili, puntando il dito contro un arbitraggio definito «inadatto a una finale».

La squadra c’è, l’identità anche

Nonostante il risultato finale, il presidente ribadisce con fermezza il valore del gruppo: «Stasera abbiamo dimostrato chi siamo, senza mezzi termini. Abbiamo giocato alla pari e, in molti momenti, abbiamo letteralmente dominato». È un messaggio chiaro, che evidenzia come il percorso tecnico e l’identità della squadra non siano messi in discussione.

L’arbitraggio finisce sotto accusa

Il nodo principale della contestazione riguarda la gestione della partita da parte della terna arbitrale. Tessari, con toni insoliti per il suo stile tradizionalmente pacato, non usa giri di parole: «È inaccettabile che una finale venga falsata in maniera così evidente». L’analisi del presidente si concentra su una direzione di gara ritenuta «totalmente impreparata», incapace di gestire la pressione e protagonista di «decisioni assurde», come l’assegnazione di un gol in presenza di un’infrazione chiara non sanzionata.

Un silenzio rotto dopo 25 anni

La gravità degli episodi ha spinto Tessari a compiere un gesto che definisce lui stesso «ponderato»: «In 25 anni di hockey in-line non ho mai parlato degli arbitri. Ho sempre preferito concentrarmi sulla prestazione. Ma questa sera non era più possibile far finta di niente». La frustrazione emerge palpabile nelle sue parole, mentre denuncia apertamente un sistema di designazioni che, a suo dire, non è stato all’altezza di un evento così importante.

L’appello alle istituzioni federali

Il presidente conclude l’intervento con una richiesta precisa: «Mi aspetto che la Federazione, la Direzione arbitrale e il Responsabile degli arbitri si assumano le loro responsabilità». La speranza è quella di poter disputare Gara 3 — e le eventuali successive — in condizioni di piena equità, senza che condizionamenti esterni possano alterare il valore sportivo della finale.

Il futuro della finale passa dal rispetto delle regole

In un momento cruciale per il movimento, l’intervento di Tessari rappresenta un segnale forte: il rispetto delle regole non è solo un principio astratto, ma il fondamento stesso della credibilità di una competizione. Una Gara 3 priva di tensioni extra-sportive è ora una necessità imprescindibile per tutelare gli sforzi degli atleti e la passione dei tifosi.