
Il presidente FIP si dice favorevole al progetto NBA-FIBA per una lega europea: «Quando si muove un colosso come l’NBA, fermarlo è impossibile»
L’apertura della NBA all’Europa e il ruolo delle città italiane
L’ipotesi di una futura espansione della NBA nel panorama europeo torna d’attualità dopo le dichiarazioni del commissioner Adam Silver e del Segretario Generale della FIBA, Andreas Zagklis, che hanno confermato in conferenza stampa l’esistenza di un dialogo aperto per creare un nuovo torneo congiunto sul suolo europeo. Un progetto che, seppur ancora senza dettagli ufficiali, accende immediatamente l’immaginario collettivo. E in Italia trova l’entusiasmo del presidente della FIP, Gianni Petrucci, che si è espresso ai microfoni di GR Rai e il cui intervento è stato rilanciato anche dall’ANSA.
Petrucci: «NBA è un monumento, impossibile opporsi»
«Sono ovviamente favorevole», ha dichiarato Petrucci, che poi ha aggiunto: «L’NBA è il sogno di tutto il mondo. Quando si muove un monumento come l’NBA, è evidente che una federazione non può essere contraria, non avrebbe neanche la forza di fermarlo». Il numero uno del basket italiano sottolinea non solo l’appeal di un’iniziativa simile, ma anche il potenziale di ritorno in termini di visibilità, prestigio e seguito. «Sulla carta è affascinante. Ci guadagnerebbe la popolarità del basket, ci guadagna l’immagine, ci guadagna il seguito che può avere in Spagna, in Francia, in Grecia e in Italia».
Milano e Roma tra sogno e realtà
A far sognare gli appassionati italiani sono però soprattutto le parole finali di Petrucci, che accenna alla possibilità di vedere coinvolte Milano e Roma. «Milano è un monumento, come lo è Armani e tutto lo staff. Roma è la capitale d’Italia, è conosciuta in tutto il mondo». Due piazze storiche del basket italiano che potrebbero diventare protagoniste di un nuovo scenario continentale. «Oggi ci sono due squadre nelle serie inferiori che stanno lavorando bene come Luiss e Virtus Roma. Peraltro, ci sono sempre voci di possibili acquirenti. Sarebbe veramente un bel sogno vedere Milano e Roma» conclude il presidente federale.
Le ambizioni della NBA: tra globalizzazione e nuovi mercati
Le dichiarazioni di Silver e Zagklis non rappresentano un fulmine a ciel sereno. Da anni l’NBA studia forme di espansione globale: dall’apertura dell’NBA Africa fino ai Global Games giocati in Europa e Asia. La creazione di una vera e propria lega satellite o una conference europea, sul modello dell’attuale Eastern e Western Conference, sarebbe la naturale evoluzione del piano strategico di una lega che vuole consolidare la sua leadership nel mondo dello sport globale.
In questo contesto, l’Europa rappresenta un mercato maturo e affamato di grande basket, con città dotate di arene moderne, una fanbase consolidata e una lunga tradizione. Milano e Roma, proprio per la loro importanza culturale, economica e sportiva, potrebbero essere scelte logiche se il progetto dovesse vedere la luce.
Una sfida possibile, ma complessa
Realizzare una lega europea a marchio NBA non sarebbe però un’operazione semplice. Gli ostacoli principali risiedono nella convivenza con l’Eurolega, che oggi è la competizione di riferimento del basket continentale, e nelle differenze strutturali tra il modello sportivo europeo e quello statunitense, fondato su franchigie e assenza di retrocessioni.
Tuttavia, come evidenziato anche da Petrucci, il fascino dell’idea potrebbe superare molte resistenze. «Fantascienza non è mai quando si vuole una cosa», ha chiosato il presidente, lasciando intendere che i sogni, se sostenuti dalla volontà e dai capitali, possono diventare realtà.
La visione a lungo termine per il basket italiano
Un eventuale ingresso di squadre italiane in una lega NBA europea rappresenterebbe un punto di svolta epocale per tutto il movimento. Implicherebbe investimenti strutturali, una rivisitazione dell’attuale sistema professionistico e probabilmente anche una ridefinizione delle competizioni nazionali ed europee.
Per questo motivo, è importante che sin da subito si inizi a pianificare, confrontarsi e -soprattutto- a sognare. Perché il basket italiano, pur con le sue fragilità, ha ancora molto da dire e da offrire.