
Walter d'Angelo, Mondiali Ice Swimming 2025
Nuotare in acque sotto i 10 gradi, con il solo costume da gara, sembra un’impresa al limite dell’impossibile. Eppure, per Walter D’Angelo, classe 1962, è una passione che si rinnova ad ogni bracciata. Il campione di Pieve Emanuele, già detentore di record mondiali, è pronto a sfidare ancora il gelo: dal 15 gennaio sarà protagonista ai Mondiali di Ice Swimming sul lago di Molveno, nel cuore del Trentino.
La passione che sfida il gelo
«Odio il freddo», confessa D’Angelo con un sorriso che tradisce la determinazione tipica dei grandi sportivi. Un’affermazione che suona quasi paradossale per un campione mondiale di nuoto in acque gelide. Eppure, la sfida contro sé stessi e contro i limiti del corpo è parte integrante della sua vita sportiva, iniziata all’età di sette anni.
A Molveno, D’Angelo gareggerà nelle specialità 25, 50 e 100 metri rana, la disciplina in cui eccelle: «La rana è la mia gara preferita e quella in cui riesco a dare il massimo». Non a caso, ai Mondiali di Tallin dello scorso anno, ha conquistato il record mondiale di categoria sia nei 50 che nei 100 metri rana.
Una preparazione estrema
L’Ice Swimming non è uno sport per tutti. La preparazione fisica e mentale necessaria richiede anni di allenamento e una conoscenza profonda dei propri limiti. «Non si può improvvisare – spiega D’Angelo –. È fondamentale iniziare per gradi e mai da soli, perché il rischio di malori è concreto. Solo l’esperienza ti permette di capire fino a dove puoi spingerti».
Gli allenamenti prevedono sessioni prolungate in acqua fredda per abituare il corpo all’iperventilazione e alla tachicardia, reazioni fisiologiche inevitabili quando ci si immerge in acque gelide. Inoltre, gli atleti devono imparare a gestire la delicata fase del recupero post-nuotata, che può durare decine di minuti.
Il protocollo di sicurezza
Le competizioni di Ice Swimming seguono protocolli rigorosi per garantire la sicurezza degli atleti. Ogni nuotatore è assistito da un “secondo”, una figura di supporto incaricata di monitorare le condizioni del concorrente e di richiamare i soccorsi in caso di necessità.
«Quando usciamo dall’acqua, tremiamo e spesso non siamo nemmeno in grado di rivestirci da soli – racconta D’Angelo –. La prima cosa che faccio è rifugiarmi in macchina con il riscaldamento al massimo, ma il tremore e la perdita di sensibilità alle mani possono durare anche 20 minuti».
Alimentazione e preparazione pre-gara
Per affrontare il freddo estremo, la preparazione atletica comprende anche un’attenta gestione dell’alimentazione. «Un mese prima della gara, aumentiamo l’assunzione di carboidrati per accumulare uno strato di grasso corporeo che aiuta a resistere al freddo», spiega il campione.
Non sono ammessi tuffi in acqua alla partenza: gli atleti entrano gradualmente e devono indossare solo costume e occhialini, senza alcuna protezione termica. Una scelta che rende ancora più affascinante – e pericolosa – questa disciplina.
Il richiamo di casa e la voglia di vincere
L’edizione di quest’anno dei Mondiali ha un sapore speciale per D’Angelo: «Gareggiare in Italia, di fronte agli amici e ai conoscenti, sarà un’esperienza unica». La location del lago di Molveno, incorniciata dalle Dolomiti, aggiunge un tocco di magia a un evento già spettacolare.
Nonostante le 62 primavere, Walter D’Angelo non ha alcuna intenzione di fermarsi: «Ritirarmi? Finché il mio corpo regge e ottengo risultati, non vedo motivo di smettere», afferma con determinazione.
La sfida della resilienza
Il nuoto in acque gelide non è solo una disciplina sportiva, ma una prova di resilienza. Rappresenta la capacità di affrontare e superare le avversità, trovando nel freddo un’opportunità per mettere alla prova i propri limiti fisici e mentali.
D’Angelo incarna perfettamente questo spirito: un atleta che, nonostante l’età, continua a sfidare il gelo con la stessa passione di un ragazzo. E, come lui stesso sottolinea, «il freddo può essere un tormento, ma è anche ciò che rende questa sfida così speciale».