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San Siro sotto la lente della Corte dei Conti: il Comitato Sì Meazza denuncia irregolarità nella cessione

nuovo stadio San Siro

Il Comitato Sì Meazza ha presentato un esposto alla Corte dei Conti, sollevando dubbi sulla legittimità della cessione dello stadio San Siro da parte del Comune di Milano alle società Inter e Milan.

La denuncia del Comitato Sì Meazza

Il Comitato Sì Meazza, attraverso il presidente Luigi Corbani, ha depositato un esposto alla Corte dei Conti, contestando la cessione dello stadio San Siro da parte del Comune di Milano alle società Inter e Milan. Secondo l’esposto, l’operazione potrebbe configurare un danno erariale e presentare profili di illegittimità.

Il Comitato accusa il sindaco Giuseppe Sala di aver gestito la trattativa in maniera anomala e poco trasparente, bypassando i passaggi istituzionali previsti dalla legge. In particolare, si segnala l’assenza di una delibera formale del Consiglio Comunale che approvi la vendita dello stadio, la sua demolizione e la costruzione di un nuovo impianto.

Il vincolo architettonico e le implicazioni legali

Un aspetto centrale dell’esposto riguarda il vincolo architettonico che interesserà San Siro a partire dal gennaio 2025. Il secondo anello dello stadio, completato nel 1955, acquisirà automaticamente lo status di bene culturale ai sensi del Decreto Legislativo 42/2004, rendendo l’impianto inalienabile e non demolibile senza specifiche autorizzazioni. Il Comitato Sì Meazza sottolinea che la cessione e la demolizione dello stadio potrebbero violare le normative sulla tutela dei beni culturali, con conseguenti danni patrimoniali per lo Stato e gli enti locali

Procedura amministrativa e trasparenza

L’esposto evidenzia anche la mancanza di una procedura amministrativa trasparente. Secondo il Comitato, la trattativa è gestita direttamente dal sindaco, escludendo i dirigenti e i funzionari competenti. Questo approccio avrebbe compromesso i principi di trasparenza e imparzialità che devono guidare l’azione della pubblica amministrazione.

Inoltre, si segnala l’assenza di un confronto competitivo: l’unica offerta ricevuta riguarda la proposta congiunta di Inter e Milan, senza un’altra valutazione alternativa o proposte da altri soggetti interessati.

Le accuse alla Giunta e il rischio per le finanze pubbliche

Il cuore dell’esposto riguarda l’accusa di un potenziale grave danno erariale. Secondo il documento, l’operazione condotta dal Comune di Milano, in collaborazione con le società private, avrebbe già generato perdite per le finanze pubbliche e rischia di aggravarsi ulteriormente con il proseguimento dell’iter. Il Comitato Sì Meazza esprime preoccupazione per un possibile danno ingente derivante dall’operato degli amministratori e dei dirigenti del Comune di Milano, in concorso con i rappresentanti delle parti private coinvolte.

La battaglia per la tutela di San Siro

Il Comitato Sì Meazza non è nuovo a iniziative di questo tipo. Già nei mesi scorsi, l’associazione aveva presentato un esposto alla Procura, mettendo in dubbio la congruità del prezzo di vendita dello stadio. Ora, il passaggio alla Corte dei Conti rappresenta un’escalation della battaglia legale per tutelare uno dei monumenti sportivi più iconici d’Italia.

Luigi Corbani, storico esponente della politica e della cultura milanese, continua a chiedere che venga aperto un dibattito pubblico e trasparente sul futuro dello stadio, coinvolgendo cittadinanza, istituzioni e organismi competenti, evitando decisioni affrettate che potrebbero impoverire il patrimonio collettivo.

San Siro: uno snodo cruciale per il futuro dell’impianto

Con l’esposto alla Corte dei Conti, il futuro del Meazza entra in una fase di profonda incertezza. Se il vincolo verrà confermato e le procedure di vendita giudicate irregolari, Inter e Milan potrebbero vedersi costrette a cambiare piani, rinunciando alla demolizione e valutando soluzioni alternative.

La questione è destinata ad avere ripercussioni non solo giuridiche ma anche politiche, coinvolgendo il Comune, la Soprintendenza e gli stessi club calcistici, chiamati a un confronto che si annuncia lungo e complesso

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