Il presidente del Botafogo, John Textor, guarda all’Europa per rilanciare il suo progetto tecnico. E tra i nomi sondati per la panchina spicca quello di Davide Ancelotti, attuale vice del padre Carlo nella nazionale brasiliana. Una suggestione affascinante ma ancora in fase esplorativa: secondo quanto riportato da Globoesporte, la Federcalcio brasiliana non è stata ancora ufficialmente consultata per autorizzare un eventuale passaggio.
Un’opportunità storica per Davide Ancelotti
A 35 anni, Davide Ancelotti ha già accumulato esperienze di alto livello alle spalle, pur senza aver mai ricoperto il ruolo di allenatore principale. Al fianco del padre ha lavorato in alcuni dei club più prestigiosi d’Europa: Bayern Monaco, Napoli, Everton e ora Real Madrid, fino al recente incarico con il Brasile. Una carriera in costante ascesa che potrebbe presto raggiungere una svolta epocale: guidare per la prima volta una squadra da solo.
Textor, da parte sua, ha bisogno di voltare pagina in fretta. Il recente esonero di Renato Paiva, avvenuto dopo l’eliminazione contro il Palmeiras nel Mondiale per club, ha aperto una crisi tecnica profonda. L’ambizione del patron statunitense è quella di affidarsi a un profilo giovane, internazionale e con visione moderna del gioco. E Davide Ancelotti corrisponde perfettamente a questo identikit.
Una panchina importante per un nome pesante
L’approccio del Botafogo con Ancelotti junior è avvenuto in forma privata, senza ancora una vera e propria trattativa formale. Tuttavia, l’idea piace e prende corpo in un contesto in cui il club brasiliano vuole aprirsi a una dimensione sempre più globale. Un investimento sul futuro, ma con radici ben salde nel calcio europeo.
Il nome Ancelotti, del resto, pesa e affascina. E lo stesso Davide è consapevole del valore – e dei rischi – che questo comporta: «Il mio cognome mi ha sicuramente aperto molte porte ma ho sempre cercato di ottenere il rispetto di chi lavora con me, che è la cosa più importante», ha dichiarato in una recente intervista.
Il sogno Real e l’impatto del calcio brasiliano
Davide non ha mai nascosto le sue aspirazioni: allenare un giorno il Real Madrid. «Florentino lo sa», ha detto sorridendo. Ma è consapevole che ogni tappa nel suo percorso debba essere conquistata, non ereditata. Intanto, l’esperienza vissuta in Brasile con il padre lo ha colpito profondamente: «L’arrivo in Brasile è stato scioccante. Qui si gioca per qualcosa di più grande rispetto a un club. C’è un’atmosfera intensa, costruita per tentativi. È stato scioccante ma bellissimo».
Questa immersione nel calcio brasiliano potrebbe rivelarsi un’ottima preparazione per un incarico come quello sulla panchina del Botafogo. Una sfida ad altissima pressione, ma anche una vetrina prestigiosa per dimostrare di saper guidare un progetto in autonomia.
Il rapporto con Carlo Ancelotti: fiducia e confronto
Uno degli elementi che ha contribuito alla crescita di Davide è senza dubbio il rapporto speciale con il padre. Un legame umano che si trasforma anche in sinergia professionale: «Non ci sono limiti tra noi quando parliamo. C’è la fiducia tra padre e figlio, ma anche una sfida costante. A volte mi manda a quel paese, ma non c’è rancore», ha raccontato. Un clima che ha favorito la sua formazione, con la possibilità di osservare da vicino uno dei tecnici più vincenti della storia del calcio.
In attesa di una decisione ufficiale
Per il momento, il nome di Davide Ancelotti resta in cima alla lista dei desideri del presidente Textor, ma non ci sono conferme ufficiali né contatti con la CBF, che dovrebbe comunque dare l’autorizzazione nel caso in cui il vice della Seleção decida di accettare la proposta.
Il progetto è ambizioso, e la scelta finale potrebbe dipendere anche dalle intenzioni del padre Carlo: quanto a lungo intende restare alla guida del Brasile? Se dovesse trattarsi di un ciclo lungo, Davide potrebbe scegliere di farsi le ossa come primo allenatore. Se invece Carlo dovesse lasciare a breve, il figlio potrebbe rappresentare la continuità tecnica ideale.
Quel che è certo è che, per Davide Ancelotti, l’ora del debutto da allenatore capo si avvicina. E il Botafogo, club affamato di riscatto e con una proprietà ambiziosa, potrebbe essere il trampolino perfetto.





