
Il Centro Kennedy di Milano in via Olivieri, foto Milanosportiva
Il Centro Kennedy, uno dei simboli dello sport milanese, celebra quest’anno il suo sessantesimo anniversario. Costruito nel 1964, l’impianto è stato teatro di alcuni dei momenti più importanti nella storia del baseball italiano e milanese. Il centro ha vissuto alti e bassi, ma rimane un punto di riferimento per il baseball e per la comunità sportiva.
Una storia gloriosa: dalle finali di Coppa ai Mondiali del 1988
Il Centro Kennedy è stato la culla di molti successi sportivi per Milano. Qui sono stati costruiti numerosi scudetti per la città, gli ultimi quattro per la precisione, e due finali di Coppa Italia: la prima nel 1967, un epico derby contro l’Inter, e la seconda nel 1990 contro la Juventus. L’apice delle competizioni internazionali si è raggiunto nel 1971, con la finale di Coppa Campioni tra Bologna e Milano. Nel 1988, inoltre, l’impianto è stato protagonista di una ristrutturazione in occasione dei Mondiali di baseball, sottolineando l’importanza dell’impianto nel panorama sportivo italiano e internazionale.

Un impianto tra difficoltà e rinnovamento
Negli anni, la struttura ha risentito delle difficoltà del baseball milanese e italiano. Nonostante il fascino della sua storia, l’impianto è stato più volte al centro di controversie e ritardi nei lavori di manutenzione. Alessandro Selmi, presidente del Milano Baseball, ha sottolineato quanto sia cruciale garantire la funzionalità del centro per sostenere non solo la squadra, ma l’intero movimento sportivo: «Mi sono avvicinato al baseball nel 1988, quando mio padre e mio fratello decisero di assistere a una partita. Fu l’inizio di una passione che dura tutt’oggi. – racconta – In questi anni, abbiamo cercato di gestire il centro sportivo nel migliore dei modi e il 2024 è stato l’anno migliore: siamo stati competitivi in Serie A, abbiamo raggiunto le Final Four nazionali con le squadre under 12 baseball e under 13 softball, e siamo tra le prime società in Italia per numero di iscritti.»

Selmi mette in evidenza la necessità di centri sportivi efficienti per permettere a giocatori e tifosi di vivere appieno l’esperienza sportiva. «Abbiamo bisogno di eventi che ci permettano di aggregare persone, ma per questo occorrono strutture adeguate» afferma. Nonostante gli investimenti del Comune e della Federazione, ci sono ancora problemi strutturali da risolvere, come le tribune e l’illuminazione. «Il baseball è uno sport estivo che si gioca spesso di sera. Con le attuali temperature, è difficile sostenere due partite consecutive la domenica nel mattino e nel pomeriggio. Dobbiamo migliorare le condizioni per i nostri ragazzi e rendere il baseball più attrattivo. Ma, soprattutto, chiediamo che chi di dovere concluda il suo percorso: sono finiti i lavori del Comune di Milano al lotto 1 (impianti vari come quello elettrico, del riscaldamento e altri, NdA) ma mancano dei cavilli per poter partire con il lotto 2. Noi siamo pronti, vogliamo andare avanti».
Il sogno dello stadio Sraffa e la necessità di collaborazione
Selmi pone l’accento sullo stadio Sraffa, considerato il futuro del baseball milanese per ciechi. L’obiettivo della società, infatti, sarebbe quello di creare nel campo ormai in disuso della vecchia scuola il primo campo italiano baseball per ciechi e un campo regolamentare da softball: «Non può essere solo un sogno. – afferma ancora Alessandro Selmi – Abbiamo bisogno di spazi per far giocare le squadre, compreso il baseball per ciechi, una disciplina meravigliosa che offre grandi opportunità,» afferma. Per concretizzare questo progetto, Selmi chiede collaborazione tra istituzioni, università e città metropolitana.
Di recente, Milano Baseball ha avuto un incontro con le autorità locali, nel dettaglio la Città Metropolitana, per discutere l’utilizzo dello spazio abbandonato da dieci anni, struttura realizzata con fondi pubblici e mai utilizzata. «Questa palazzina deve essere restituita alla comunità. Chiediamo alle istituzioni di entrare in partnership con noi, in modo che questo spazio possa diventare un bene per il baseball lombardo e per il movimento sportivo.»
L’operazione Centro Kennedy e il futuro del baseball italiano
Anche Andrea Marcon, presidente della FIBS, ha parlato del futuro del Centro Kennedy. L’impianto è al centro di un progetto ambizioso, ereditato dalla precedente gestione, che prevede la suddivisione dei lavori in quattro lotti. Il primo è stato completato, come detto, ma i ritardi negli altri lotti non ancora partiti stanno rallentando i lavori. «L’impianto deve essere restituito alla comunità nelle migliori condizioni,» afferma Marcon.

Il presidente sottolinea anche il potenziale del Kennedy per ospitare eventi internazionali. «Milano potrebbe essere la sede ideale per ospitare il girone preliminare degli Europei di baseball della nazionale italiana dell’anno prossimo, ma senza tribune adeguate non possiamo farlo.» Le difficoltà burocratiche («Problemi tecnici e non politici» ha tenuto a sottolineare il presidente federale) stanno bloccando i lavori e Marcon auspica che la situazione venga sbloccata quanto prima.
Sul tema è intervenuto anche Manuel Sciurba, Assessore allo Sport del Municipio 7 di Milano: «Celebrare l’anniversario di questo impianto è un’occasione straordinaria per rendere omaggio a una delle eccellenze della storia sportiva milanese e nazionale. Il Municipio 7 è orgoglioso di ospitare una struttura di tale prestigio, che rappresenta una vera eccellenza per il nostro territorio. Oggi, nel panorama sportivo italiano, c’è una “galassia” di eccellenze, non limitata solo al calcio. Il nostro impianto e la nostra comunità ne sono un esempio tangibile. La diversità e la qualità delle discipline sportive che si praticano qui sono motivo di grande orgoglio per tutti noi.»

Conclusione: Il futuro del Centro Kennedy e dello sport a Milano
Il Centro Kennedy rappresenta una parte fondamentale della storia sportiva di Milano e d’Italia. Le sfide che ha affrontato nel corso degli anni sono tante, ma altrettante sono le opportunità che si prospettano per il futuro. Grazie all’impegno di persone come Alessandro Selmi e Andrea Marcon, il Kennedy potrebbe tornare a essere uno dei principali impianti sportivi del paese.
Le aspettative per il futuro sono alte, ma la strada per raggiungere gli obiettivi è ancora lunga. La speranza è che, con il supporto delle istituzioni e la collaborazione tra tutte le parti coinvolte, il Centro Kennedy possa tornare a essere un faro dello sport italiano e internazionale.
Il più grande scandalo delle concessioni sportive di milano, centro affidato direttamente con un contributo di 500 mila euro del comune!!!!!! e gli altri centri piangono……… LA POLITICA DEGLI AMICI!
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