Home / Personaggi / Fabio Fognini dice addio al tennis: si chiude una delle carriere più iconiche del tennis italiano

Fabio Fognini dice addio al tennis: si chiude una delle carriere più iconiche del tennis italiano

Francesco Andreoni nuovo responsabile preparazione fisica del Junior Tennis

Fabio Fognini ha deciso di dire basta. Lo fa con la teatralità e la sincerità che lo hanno sempre contraddistinto, al termine di una delle partite più emozionanti della sua carriera, contro Carlos Alcaraz sull’erba di Wimbledon. A 38 anni, il tennista ligure ha annunciato il ritiro ufficiale dal tennis professionistico, chiudendo una carriera durata due decenni che ha segnato la storia dello sport italiano.

Il palcoscenico scelto per l’annuncio non poteva essere più significativo: il Media Theatre di Wimbledon, uno dei templi del tennis mondiale. Con voce emozionata ma decisa, Fognini ha tracciato il bilancio di un percorso che lo ha visto protagonista nel tennis internazionale, nonostante infortuni, critiche e momenti difficili.

Una carriera tra estro e passione: i momenti che resteranno

Fognini non è mai stato un giocatore qualunque. In un’epoca dominata da giganti come Federer, Nadal e Djokovic, è riuscito a ritagliarsi uno spazio personale, diventando uno dei volti più rappresentativi del tennis azzurro. Indimenticabile la sua vittoria al Masters 1000 di Monte-Carlo nel 2019, primo italiano a riuscirci dopo 51 anni, battendo tra gli altri Rafael Nadal.

A Milano, città dove il tennis ha trovato nuova linfa grazie anche alle ATP Next Gen Finals, Fognini ha spesso ricevuto affetto e sostegno. Il capoluogo lombardo lo ha visto protagonista in più occasioni, ospite di eventi, tornei e iniziative benefiche. Il suo stile aggressivo e creativo ha lasciato il segno anche nei cuori degli appassionati milanesi.

Le parole dell’addio: «Serve coraggio per fermarsi»

Nel suo discorso di congedo, Fognini ha parlato con grande lucidità. «È arrivato il momento di essere onesto con me stesso. Dopo la partita con Carlos non voglio tornare indietro.» ha dichiarato, riferendosi al combattutissimo match in cinque set contro Alcaraz, un duello generazionale che ha emozionato il pubblico di tutto il mondo.

«Ho fatto questo lavoro per 20 anni e non so fare altro, però penso che non potevo chiedere un’uscita migliore.» ha aggiunto, sottolineando come la fatica fisica e gli infortuni abbiano pesato negli ultimi anni. Nonostante ciò, la passione per il tennis non si è mai spenta: «Amo questo sport e la motivazione è ancora alta, ma è giusto fermarsi.»

Il saluto di colleghi e tifosi: «Ha tenuto alta la bandiera italiana»

Il ritiro di Fognini ha suscitato una valanga di messaggi da parte di colleghi, allenatori e tifosi. In molti gli riconoscono il merito di aver portato l’Italia in alto nei momenti bui, facendo da ponte tra le generazioni passate e quella emergente, oggi rappresentata da Jannik Sinner, Lorenzo Musetti e Matteo Arnaldi.

Anche da Milano sono arrivati i saluti affettuosi: circoli storici come il Tennis Club Milano Bonacossa e lo Sporting Milano 3 hanno celebrato la sua carriera, ricordando le esibizioni in città e il suo contributo alla crescita del movimento tennistico nazionale.

E ora? Un futuro tra famiglia, padel e… sorprese?

Fognini lascia il tennis agonistico, ma non è detto che abbandoni del tutto le scene. Già in passato ha manifestato interesse per il padel, sport in forte crescita anche a Milano, e non è da escludere un coinvolgimento in progetti mediatici o tecnici. Al suo fianco, come sempre, la moglie Flavia Pennetta, altra icona del tennis italiano, con cui condivide una vita fatta di sport e famiglia.

In molti scommettono su un futuro da coach o da opinionista. La sua esperienza e la sua personalità diretta e appassionata sarebbero risorse preziose per i giovani talenti italiani. Come lui stesso ha detto: «Non parteciperò ad altri tornei, ma il tennis resterà sempre con me.»

L’eredità di Fognini: un talento inimitabile

Fabio Fognini lascia il tennis con un palmarès che parla da solo: 9 titoli ATP in singolare, un best ranking di numero 9 del mondo nel 2019, e una Coppa Davis sfiorata più volte con la nazionale italiana. Ma al di là dei numeri, il vero lascito di Fognini è l’aver reso il tennis italiano di nuovo emozionante, imprevedibile e acceso da un carattere mai domo.

Nel tennis italiano degli ultimi vent’anni, è stato il primo a credere davvero che un italiano potesse competere con i migliori del mondo. E questa mentalità ha aperto la strada a chi è venuto dopo.

Con il suo ritiro si chiude un capitolo importante dello sport italiano. Ma l’impronta lasciata da Fognini è destinata a durare a lungo, anche a Milano, dove il suo nome continuerà a essere citato tra i grandi che hanno fatto la storia di questo sport.

Tag: