Auto Cinesi e Green Deal: quali impatti sul mercato automotive europeo?

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L’edizione più recente di #FORUMAutoMotive ha acceso il dibattito sulle implicazioni dell’ingresso delle auto cinesi nel mercato europeo, con uno sguardo attento all’evoluzione del Green Deal e alla prospettiva della neutralità tecnologica. Promosso dal giornalista Pierluigi Bonora, l’evento ha riunito rappresentanti istituzionali, esperti del settore e manager per discutere le sfide e le opportunità che la nuova ondata di veicoli elettrici asiatici potrebbe generare in Europa.

Auto Cinesi: Una Minaccia o un’Opportunità?

L’arrivo di auto cinesi sul mercato europeo non è più una novità, ma la crescente presenza di brand asiatici sta creando dibattito. Secondo Massimo Artusi, Presidente di Federauto, l’ingresso dei camion cinesi rappresenta già una realtà e l’offerta di pullman elettrici, sviluppata con anni di anticipo rispetto ai competitor, potrebbe diventare una soluzione sempre più apprezzata in Europa. Paolo Daniele Cirelli della Cirelli Motor Company ha poi osservato che le auto cinesi, grazie a una qualità crescente e a un rapporto qualità-prezzo vantaggioso, stanno guadagnando terreno tra i consumatori europei, supportate da una rete di concessionari e dall’adattamento alle normative locali.

Anche Francesco Cremonesi di Omoda Jaecoo Italia, parte del gruppo Chery, vede un futuro promettente: «Iniziamo con modelli a benzina, per poi ampliare la nostra gamma di veicoli elettrici. Il mercato italiano potrebbe presto ospitare un centro di ricerca e sviluppo dedicato, ma dipenderà dall’andamento della domanda e dalle politiche del governo». Bruno Giovanni Mafrici, CEO di Car Mobility srl e DF Italia, ha sottolineato l’importanza di costruire un solido network post-vendita per garantire la sostenibilità a lungo termine delle vetture cinesi nel mercato UE.

Il Green Deal e la Sfida della Neutralità Tecnologica

L’evento ha affrontato il tema centrale del Green Deal europeo e l’auspicio di un passaggio alla neutralità tecnologica. La misura, proposta dal secondo mandato di Ursula von der Leyen alla Commissione Europea, mira a diversificare le soluzioni per una mobilità sostenibile, ampliando le opportunità di utilizzo di diverse tecnologie, oltre all’elettrico.

Camillo Piazza, Presidente di Class Onlus, ha espresso preoccupazioni sull’impatto economico di una transizione completamente elettrica e ha criticato la gestione dei fondi del PNRR, destinati quasi esclusivamente all’acquisto di veicoli elettrici esteri. Andrea Taschini, manager ed editorialista del settore, ha sostenuto una posizione radicalmente diversa, definendo il Green Deal «una grande burla» e sottolineando che la competitività europea è minata dai costi energetici elevati e dalla dipendenza dai materiali importati dalla Cina, come la grafite.

Secondo Geronimo La Russa, Vice Presidente ACI, la neutralità tecnologica è un passo essenziale per garantire una transizione sostenibile, equilibrata e vantaggiosa per i consumatori. Ha inoltre dichiarato che «l’Italia si è fatta promotrice di un approccio che consenta l’uso di tecnologie diverse», confermando l’importanza di una politica più flessibile che non penalizzi il settore automotive italiano.

Riflessioni e Prospettive per il Futuro del Settore Automotive

Il dibattito si è chiuso con un confronto sulle prospettive future e sulle potenzialità delle diverse tecnologie. Fabio Pressi di a2a E-Mobility ha dichiarato che gli incentivi rappresentano un elemento fondamentale per rendere competitive le auto elettriche, in quanto il divario di costo con i veicoli a motore termico è ancora significativo. Toni Purcaro di DEKRA Italia ha poi evidenziato che, nonostante l’interesse crescente, il costo elevato delle auto elettriche resta un ostacolo per il pubblico.

Marco Seimandi di Westport Fuel Systems ha portato all’attenzione il caso dell’India, che ha scelto di investire nel metano come soluzione di transizione. Ha sottolineato l’importanza di mantenere aperte tutte le possibilità tecnologiche, mentre Stefano Odorici, Presidente UCIF, ha richiamato alla necessità di investimenti infrastrutturali e fiscali per sostenere una rete di servizi che risponda alle esigenze della mobilità sostenibile.

L’incontro si è concluso con un invito rivolto ai legislatori europei per definire uno standard tecnologico comune che faciliti l’adozione delle tecnologie più adatte a ciascun Paese. Come affermato da Andrea Taschini, «L’Europa deve affrontare le sue sfide industriali senza dipendere completamente dalle importazioni, ma valorizzando le risorse e le competenze che già possiede».

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1 commento

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