
Al termine della recente partita tra Juventus e Inter, l’attaccante argentino Lautaro Martinez è stato ripreso dalle telecamere mentre esprimeva la sua frustrazione per la sconfitta subita. Alcuni spettatori hanno interpretato le sue parole come espressioni blasfeme, sollevando dubbi sulla possibilità di una squalifica per il giocatore.
Il regolamento FIGC sulle espressioni blasfeme
Il Codice di Giustizia Sportiva della FIGC stabilisce che l’uso di espressioni blasfeme sul campo, se rilevato in modo chiaro e inequivocabile, porta a una squalifica di almeno una giornata. Tuttavia, per applicare la sanzione, è necessaria una prova audio esplicita e inequivocabile, che certifichi il contenuto delle parole pronunciate.
La decisione del Giudice Sportivo
Nel caso di Martinez, non essendo disponibile una registrazione audio che confermi l’uso di espressioni blasfeme, il Giudice Sportivo ha deciso di non procedere con alcuna sanzione. La sola lettura labiale dalle immagini televisive non è stata ritenuta sufficiente per determinare con certezza il contenuto delle parole del giocatore.
Precedenti simili nel calcio italiano
Questo episodio richiama altri casi nel calcio italiano in cui, in assenza di prove audio, i giocatori sono stati scagionati da accuse simili. Ad esempio, nel 2020, Bryan Cristante della Roma evitò la squalifica per una presunta bestemmia proprio per la mancanza di una registrazione sonora che confermasse l’infrazione.
L’importanza delle prove concrete
La vicenda evidenzia l’importanza di disporre di prove concrete e verificabili prima di applicare sanzioni disciplinari. Senza una registrazione audio chiara, risulta difficile confermare con certezza l’uso di espressioni blasfeme, rendendo inapplicabile la squalifica prevista dal regolamento.
Il dibattito: regole troppo rigide o poca coerenza?
La decisione di non sanzionare Lautaro Martinez ha diviso l’opinione pubblica. Da una parte, c’è chi sostiene che il regolamento dovrebbe essere più flessibile e valutare anche le immagini senza bisogno di prove audio. Dall’altra, i sostenitori di un approccio rigoroso ritengono che senza un riscontro oggettivo non si possa condannare un giocatore.
La FIGC, nel frattempo, continua a monitorare il fenomeno, ma l’applicazione delle regole resta vincolata alla presenza di registrazioni chiare e inequivocabili.