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Dopo appena due mesi dalla riapertura, l’impianto torna off-limits. Milano Sport: «Tempi di riapertura non prevedibili». Intanto la città soffre la cronica carenza di piscine pubbliche funzionanti.

Un fulmine a ciel sereno sulla Cambini Fossati

Doveva essere il simbolo della rinascita sportiva di quartiere. Invece la piscina Cambini Fossati è di nuovo chiusa. A renderlo noto è Milano Sport, che ha comunicato lo stop dell’impianto a partire da mercoledì 4 giugno 2025, a causa di un guasto tecnico ancora in fase di valutazione.

«Sono già in corso con il Comune e gli specialisti gli approfondimenti per verificare l’entità del problema», si legge nella nota ufficiale.

«Pertanto, i tempi di riapertura non sono al momento prevedibili. Purtroppo, non siamo nella condizione di programmare la prossima stagione corsistica invernale presso questo impianto».

Un colpo pesantissimo per gli utenti e per un quartiere, quello tra Ortica e Lambrate, che aveva appena ritrovato un presidio sportivo e sociale fondamentale.

Una riapertura durata appena due mesi

Il paradosso è evidente: la Cambini Fossati era stata riaperta a inizio aprile, dopo anni di abbandono e una complessa opera di riqualificazione. Come riportato da Mi-Tomorrow all’inaugurazione del nuovo impianto, la piscina coperta da 25 metri con sei corsie rappresentava una scommessa vinta, con spazi moderni, impianti efficienti e una forte vocazione all’inclusività.

Ora invece tutto è di nuovo fermo. L’unica certezza è che le attività sportive in acqua sono sospese a tempo indeterminato, e anche la stagione invernale è di fatto cancellata. Si salveranno solo i Campus Estivi, il tennis e il padel, che potranno continuare regolarmente.

Una città senz’acqua: il deserto delle piscine pubbliche

Il caso Cambini Fossati riaccende i riflettori su una questione cronica: la drammatica carenza di piscine pubbliche accessibili a Milano. In una città da quasi un milione e mezzo di abitanti, le strutture realmente funzionanti si contano sulle dita di una mano. Le cause sono molteplici: mancanza di manutenzione, lavori infiniti, bandi deserti, fondi insufficienti, e una gestione che troppo spesso si rivela inadeguata.

Ecco lo stato attuale delle principali piscine comunali a Milano:

  • Piscina Cozzi (zona Porta Romana): attiva, ma con orari limitati e chiusure frequenti
  • Piscina Suzzani (Bicocca): aperta, ma spesso sovraffollata
  • Piscina Solari (zona Sant’Agostino): riaperta dopo lunghi lavori, ma con accessi contingentati
  • Piscina Argelati (Navigli): attiva solo in estate, con ingressi ridotti
  • Piscina Saini (Forlanini): una delle poche realmente operative, anche per eventi sportivi
  • Piscina Cardellino (Lorenteggio): funziona, ma è soggetta a interventi ricorrenti

E poi ci sono le strutture chiuse, in manutenzione o in attesa di interventi: dalla Scarioni alla Murat, passando per la Iseo e la Sant’Abbondio. Il risultato è un sistema sportivo pubblico che non riesce a stare in piedi, e che spesso si affida solo alle energie residue di gestori e operatori volenterosi.

Milano Sport e Comune nel mirino

In molti ora si chiedono quale sia la reale capacità di Milano Sport e del Comune di Milano nel garantire una rete sportiva pubblica degna di questo nome. La Cambini Fossati, passata da simbolo di rinascita a ennesimo impianto in panne, diventa lo specchio di una situazione che si ripete in loop: si annunciano riaperture, si festeggiano tagli di nastro, poi però arrivano i problemi, le chiusure, l’incertezza.

Nel frattempo, la cittadinanza paga un prezzo salato: chi cerca uno spazio per imparare a nuotare, per fare attività riabilitativa, o semplicemente per praticare sport, si trova spesso davanti a un cancello chiuso o a liste d’attesa impossibili.

Un diritto che diventa privilegio

In una metropoli che si candida a ospitare eventi internazionali e che punta sulla sostenibilità e sul benessere urbano, l’accesso all’attività sportiva dovrebbe essere un diritto garantito, non un lusso riservato a pochi. Invece, la situazione delle piscine pubbliche sembra procedere in direzione contraria rispetto alle necessità reali della popolazione.

Gli impianti natatori non sono solo luoghi dove nuotare: sono presidi di salute pubblica, inclusione, prevenzione e socialità. Lo stop della Cambini Fossati non è un semplice contrattempo tecnico, ma l’ennesima spia di un sistema malato, che avrebbe bisogno di investimenti seri, manutenzione programmata, gestione competente e ascolto dei cittadini.

Quale futuro per la Cambini Fossati (e per Milano)?

Nel comunicato, Milano Sport invita gli utenti a seguire gli aggiornamenti sui canali ufficiali. Ma il sospetto – già percepito da molti utenti abituali – è che la riapertura non sarà né rapida né semplice. In un impianto appena rinnovato, un guasto così grave da bloccare per mesi ogni attività lascia più di un interrogativo sulla qualità dei lavori effettuati e sui controlli tecnici post-intervento.

Nel frattempo, l’unica certezza è che una città come Milano non può permettersi di perdere un’altra piscina, soprattutto se appena riqualificata. Servono risposte, trasparenza, e un piano concreto per garantire accesso allo sport a tutti. Prima che l’acqua – anche quella simbolica – finisca del tutto.