Il tema della riqualificazione di San Siro torna prepotentemente al centro del dibattito milanese. Con l’incontro romano tra i rappresentanti di Inter, Milan, il sindaco Giuseppe Sala e i ministri Giuli e Abodi, l’ipotesi di una nuova struttura sportiva prende forma. Al cuore della questione c’è la valutazione economica dell’area: 200 milioni di euro, una cifra che richiede attente considerazioni da parte dei due club milanesi.
Il progetto di acquisto: una nuova era per San Siro
Il progetto di acquisto dello stadio, discusso nei vertici con i rappresentanti del Comune e i ministeri competenti, implica la valutazione dell’area e dei costi annessi. La Soprintendenza ai beni culturali ha stabilito che l’attuale struttura non sarà demolita completamente, mantenendo alcuni elementi storici come la torre sud-est e una parte della curva sud.
«La nostra priorità è la trasparenza e la collaborazione con i cittadini», ha dichiarato il sindaco Sala.
La posizione di Milan e Inter: obiettivi e differenze
Per il Milan, che ha già stanziato 40 milioni per un progetto parallelo a San Donato, il valore di 200 milioni per San Siro appare elevato. Il presidente rossonero Paolo Scaroni ha affermato che, nonostante San Donato resti la prima opzione per il Milan, il club non ha abbandonato definitivamente l’idea di ristrutturare l’attuale stadio. «San Donato è il nostro progetto principale, ma San Siro resta un’opzione da considerare», ha precisato Scaroni.
Diversamente, per l’Inter, l’acquisto di San Siro rappresenta un passo fondamentale verso una rivalutazione strategica degli asset del club, sostenuto dalla nuova proprietà Oaktree. Il presidente nerazzurro Beppe Marotta ha dichiarato che per l’Inter «lo stadio è una priorità» e che l’attenzione verso il progetto è massima.
I costi del progetto e il ruolo del Comune
Il nodo economico resta centrale: oltre alla valutazione dell’area, ci sono i costi per le opere pubbliche che saranno a carico dei club, come ha ricordato il sindaco Sala. La stima di 200 milioni di euro non è soggetta a contrattazione, in quanto si tratta di un bene erariale. Dal punto di vista delle amministrazioni locali, la vendita di San Siro rappresenta un’occasione per destinare i fondi raccolti a interventi di edilizia popolare e di riqualificazione urbana.
«I fondi verranno utilizzati per migliorare l’edilizia popolare e aumentare gli spazi verdi», ha garantito Sala, cercando di rassicurare i residenti.
La timeline del progetto: una prima pietra per il 2026
Nonostante il progetto sia ancora in una fase iniziale, la volontà dei club e del Comune di Milano è chiara. L’iter amministrativo e burocratico richiederà tempo, e la posa della prima pietra potrebbe avvenire non prima della seconda metà del 2026. L’amministrazione comunale ha ribadito che farà tutto il possibile per limitare i disagi per i residenti, garantendo una gestione del traffico e un aumento delle aree verdi nella zona.
Conclusioni
L’idea di un nuovo stadio rappresenta una sfida ambiziosa, ma anche una grande opportunità per la città di Milano. Con una valutazione economica e sociale attenta, e con il coinvolgimento diretto dei residenti, il progetto San Siro potrebbe diventare un modello di rigenerazione urbana capace di coniugare sport, cultura e qualità della vita.