
Arena Santa Giulia olimpiadi
Nel quartiere Santa Giulia nasce l’arena dell’hockey per le Olimpiadi invernali del 2026: 16mila posti, sostenibilità e tecnologia per una nuova idea di intrattenimento urbano.
Un cantiere che corre verso il 2026
Un’area da tempo in attesa di rinascita, un progetto partito nel 2019 e una scadenza ambiziosa: Olimpiadi di Milano Cortina 2026. L’Arena Santa Giulia prende forma a Milano con un obiettivo preciso: diventare il simbolo infrastrutturale dei Giochi Olimpici Invernali Milano-Cortina, ospitando i tornei di hockey su ghiaccio. A oggi, l’opera è al 40% di avanzamento, e il tetto sarà completato entro l’estate.
A coordinarne sviluppo e operatività è Luca Martinazzoli, responsabile del progetto, che ha dichiarato: «Probabilmente sarà l’arena con i tempi di realizzazione più rapidi d’Europa». In cantiere lavorano oltre 400 operai su più turni, una macchina operativa pensata per rispettare la tabella di marcia.
Un investimento da 370 milioni e un impatto concreto sul lavoro
Il budget complessivo dell’opera è salito dai 300 milioni iniziali a 370 milioni, a causa della complessità della gestione. Una parte dei costi aggiuntivi è stata richiesta in co-finanziamento a Comune, Regione e Governo. Non si tratta solo di un impianto sportivo, ma di un’infrastruttura che porterà benefici concreti anche sul fronte occupazionale: 70 lavoratori fissi saranno impiegati per la gestione operativa della struttura, a cui si affiancheranno fino a 350 addetti temporanei per ciascun evento.
Un’arena che punta alla versatilità
La capienza di 16.000 posti e la collocazione in una piazza urbana da 12.000 metri quadrati rendono questa arena un hub ideale per ospitare concerti, eventi sportivi, spettacoli e convention aziendali. Il modello di riferimento è quello statunitense, con servizi di ristorazione premium, lounge dedicate, hospitality e food & beverage gestiti direttamente dalla struttura.
Il dopo-Olimpiadi: 150 eventi all’anno
Con l’arrivo del 2026, e conclusi le Olimpiadi di Milano Cortina, l’Arena Santa Giulia entrerà a regime come spazio multifunzionale. L’obiettivo dichiarato è ambizioso: almeno 150 eventi all’anno. Il target è ampio: concerti di richiamo internazionale, eventi sportivi indoor, show di intrattenimento e manifestazioni culturali.
«Non vogliamo fare concorrenza ad altri spazi milanesi – ha spiegato Martinazzoli – ma piuttosto allargare il mercato, colmare un vuoto strutturale e intercettare quegli artisti che finora non includevano l’Italia tra le tappe dei tour europei».
Tecnologia e sostenibilità, le parole chiave
L’Arena Santa Giulia sarà il primo edificio a Milano costruito secondo le linee guida di sostenibilità per l’entertainment dal vivo. Il tetto ospiterà pannelli fotovoltaici, mentre la tecnologia sarà al centro dell’esperienza utente. L’area ospiterà i primi chioschi “frictionless” d’Italia, per ridurre le attese agli ingressi e semplificare i pagamenti. Tutto sarà pensato per ottimizzare l’efficienza energetica e operativa, in linea con gli standard delle principali città europee come Zurigo o Monaco di Baviera.
Un progetto per rilanciare un quartiere
Da anni bloccato da bonifiche, contenziosi e promesse incompiute, il quartiere Santa Giulia vive con l’Arena una nuova fase. L’intervento non sarà solo sportivo: si inserisce in un progetto di riqualificazione urbana più ampio, con la creazione di un nuovo polo attrattivo per la zona sud-est di Milano. Un’infrastruttura da 80.000 metri quadrati coperti, con 22.000 dedicati ai parcheggi, pensata per trasformare l’area in un riferimento internazionale dell’intrattenimento e dello sport.
L’Arena come motore per l’intera città
In un momento in cui Milano si ripensa nei suoi equilibri urbanistici e nelle politiche di sviluppo culturale, l’Arena Santa Giulia è molto più di un impianto sportivo. È un’opportunità economica, sociale e strategica per la città, un’occasione per riscrivere il ruolo di Milano all’interno del circuito dei grandi eventi internazionali.
Come ha sottolineato Martinazzoli, «l’idea non è duplicare l’offerta, ma renderla più solida e internazionale». Un passo importante verso un futuro dove lo sport e la cultura saranno strumenti di rigenerazione urbana e identità condivisa.