Il presidente UEFA, Aleksander Ceferin, bacchetta gli stadi italiani, promuove la nuova Champions e frena su VAR e Mondiale per club.
Infrastrutture al collasso: Ceferin lancia l’allarme
«Tra i grandi Paesi europei, l’Italia ha di gran lunga le peggiori infrastrutture calcistiche». Parole dure quelle pronunciate da Aleksander Ceferin, presidente UEFA, in un’intervista esclusiva a SportMediaset. Ceferin lancia un attacco diretto al cuore degli italiani, andando a colpire del sistema calcio italiano, gli stadi. Secondo Ceferin l’Italia è colpevole continuare a rimandare interventi strutturali ormai non più rinviabili. «Sono stanco di sentire solo parole. Servono azioni concrete. Il tempo è finito».
La questione si fa ancora più urgente in vista degli Europei 2032, che l’Italia organizzerà insieme alla Turchia. «Ho fiducia in Gravina, farà tutto il possibile per colmare il gap», ha spiegato Ceferin, chiedendo collaborazione tra club, istituzioni e investitori privati.
Promossa la nuova Champions: «Spettacolo puro»
Il numero uno del calcio europeo si dice invece entusiasta del nuovo formato della Champions League, che ha debuttato nel 2025 con la formula del girone unico a 36 squadre. «Abbiamo visto una fase a gironi emozionante, con partite indecise fino all’ultimo minuto. Chi ama il calcio non può che esserne soddisfatto».
Emblematica, secondo Ceferin, la cavalcata del Paris Saint-Germain, arrivato in semifinale dopo un girone a rischio eliminazione. Tra le italiane, l’unica a essersi distinta è l’Inter, che ha superato la prima fase e si è guadagnata l’accesso alle semifinali. «È una squadra solida, ben allenata, con esperienza e un’identità chiara», ha commentato.
VAR, fuorigioco e falli di mano: tutto da chiarire
Se il calcio spettacolo avanza, la tecnologia – a detta dello stesso Ceferin – non tiene il passo. Soprattutto quando si parla di VAR. «Sul fallo di mano c’è ancora troppa confusione. Nessuno sa davvero cosa sia e cosa non sia». Anche sull’uso del fuorigioco semi-automatico non mancano perplessità: «Tre centimetri sono pochi, ma le regole vanno rispettate».
E sulla possibilità di aprire i microfoni tra arbitri e VAR per rendere tutto più trasparente? Ceferin chiude la porta: «Per ora, non è una strada che stiamo valutando». Una posizione che va contro le richieste di molti club e tifosi, che chiedono da anni maggiore chiarezza e comunicazione aperta.
Calendario saturo e giocatori spremuti: il rischio è reale
Uno dei temi più spinosi resta però la gestione del calendario internazionale. «Non si può aggiungere neanche una partita in più», ammette Ceferin, sottolineando il paradosso tra l’esigenza economica dei club e la salute degli atleti: «I club vogliono più partite per incassare. I giocatori si infortunano perché giocano troppo. Ma se i club avessero più stabilità finanziaria, non servirebbero così tanti match».
Il riferimento è anche al nuovo Mondiale per club, in partenza a breve, che secondo il presidente UEFA rappresenta un’incognita: «Non sappiamo se le cinque settimane di torneo dopo la stagione non danneggeranno la salute dei giocatori. Lo scopriremo».
Superlega, tifosi e l’identità del calcio europeo
Inevitabile un passaggio sulla Superlega, il progetto elitario respinto al mittente dalla base del calcio. Ceferin difende ancora oggi la reazione compatta dei tifosi: «Loro, insieme ai calciatori, sono i veri protagonisti. Non noi dirigenti». E elogia velatamente i tifosi italiani: «Gli inglesi sono scesi in piazza per questa idea. In Italia non ho visto la stessa partecipazione».
UEFA, comunque, continua a lavorare al fianco dei supporter: «Abbiamo firmato un memorandum con le loro associazioni. Il nostro calcio resterà sempre aperto e accessibile a tutti».
Infine, nessuna apertura a club extraeuropei nelle competizioni UEFA: «Il calcio europeo resta europeo. Non è nemmeno un argomento di discussione».