
Milan
Alla vigilia della cruciale sfida di Champions League tra Milan–Feyenoord, Milanello ha ospitato una conferenza stampa fuori dall’ordinario. Con l’assenza dell’allenatore Sergio Conceição, impegnato in Portogallo per i funerali dell’ex presidente del Porto Pinto da Costa, a parlare sono stati Zlatan Ibrahimovic e Fikayo Tomori, offrendo spunti preziosi sulle ambizioni del Milan e sulle strategie per il match.
L’importanza di San Siro e il supporto dei tifosi
Ibrahimovic ha sottolineato il ruolo fondamentale che i tifosi rossoneri avranno nella partita: «Domani i nostri tifosi saranno importanti. A Rotterdam i loro hanno spinto tanto. Sono fiducioso che domani, con 80 mila milanisti allo stadio e quelli in tutto il mondo, la squadra sentirà questa energia per dare il massimo».
Il Milan tra alti e bassi: la mentalità fa la differenza
Ibrahimovic ha analizzato le recenti prestazioni altalenanti del Milan, evidenziando come la continuità sia determinante: «I momenti negativi arrivano. Non è facile essere sempre al top. Serve lavorare sulla mentalità e sul gioco di squadra. Anche nei periodi difficili, devi dimostrare la giusta mentalità».
Ha poi aggiunto: «Parlo ogni giorno con i giocatori. Non bisogna sovraccaricarli di informazioni, altrimenti diventano troppe e non entrano. È come dire a tua moglie che la ami tutti i giorni: devi dimostrarlo con i fatti».
Strategia per Milan-Feyenoord: concentrazione e aggressività
Parlando della tattica per affrontare il Feyenoord, Ibrahimovic ha ribadito la necessità di un atteggiamento vincente: «La squadra deve essere concentrata, aggressiva e concreta. Dobbiamo entrare in campo con la mentalità da finale. Giocare bene è importante, ma vincere lo è ancora di più. Se vogliamo passare il turno, dobbiamo fare risultato».
L’ex attaccante ha sottolineato il lavoro collettivo: «Ognuno deve spingere il compagno. Anche chi è in panchina deve sostenere i titolari. È questo che fa la differenza in un grande club».
Ibrahimovic: «Il Milan deve continuare a scrivere la storia»
L’importanza della Champions per il Milan è un concetto chiaro per Ibrahimovic: «Per me è fondamentale vincere. Voglio sempre portare risultati e fare la differenza. Il Milan ha scritto la storia della Champions, e vogliamo continuare a farlo».
L’impatto di Gimenez e i nuovi arrivi
Analizzando i nuovi acquisti, Ibrahimovic ha parlato di Gimenez, sottolineando il suo potenziale: «Ci aspettiamo tanto da lui. Joao Felix può fare di più, ma Gimenez ha il margine di crescita maggiore. Anche Bondo e Sottil possono crescere ancora».
Ha poi evidenziato l’importanza del contributo immediato: «Non possiamo aspettare troppo. Devono spostare gli equilibri. Gimenez è il killer d’area che ci mancava, ma deve anche correre: con il mister, se non corri non giochi».
Il ruolo di Ibrahimovic all’interno del Milan
Scherzando sul suo attuale ruolo, ha detto: «Sono un backup per tutti, una riserva». Poi ha chiarito: «Sto aiutando il Milan. Sono presente a Milanello ogni giorno, parlo con lo staff e con i giocatori. La mia presenza è costante».
Le sfide della Champions League e il cammino del Milan
Parlando del contesto europeo, in vista di Milan- Feyenoord , Ibrahimovic ha dichiarato: «La situazione cambia ogni settimana. Dobbiamo concentrarci su noi stessi e trattare ogni partita come una finale. Tutti stanno lottando per i posti migliori in classifica, e sarà una battaglia fino alla fine».
Giovani talenti e il rapporto con il Real Madrid
Ibrahimovic ha discusso il futuro di Jimenez, specificando che il Real Madrid ha una clausola di riacquisto, ma che al momento non ci sono trattative in corso: «Abbiamo un ottimo rapporto con il Real Madrid. Jimenez non è in lista Champions quest’anno, ma l’anno prossimo ci sarà».
La proprietà e il coinvolgimento di Cardinale
Ibrahimovic ha confermato il forte coinvolgimento della proprietà: «Parliamo tutti i giorni con Cardinale. È molto coinvolto e motivato, vuole che il Milan vinca e ci dà forza e fiducia».
Theo Hernandez e l’adrenalina pre-partita
Riguardo a Theo Hernandez, Ibrahimovic ha dichiarato: «Questi sono momenti speciali. Ognuno ha il suo modo di caricarsi. Theo non è più un ragazzino, sa cosa deve fare per dare il massimo. Deve trovare il “trigger point” giusto per alzare il livello».
Leão e la sua crescita tattica
Infine, ha parlato di Leão, rispondendo alle critiche sulla sua fase difensiva: «Tutti gli dicono come giocare, ma lui è già uno dei più forti al mondo. Gli si può spiegare dove stare tatticamente, ma non come giocare. Lo sa già da solo».