Un investimento da oltre 250 milioni di euro tra pubblico e privato e un impianto che non rispetta gli standard richiesti per l’hockey.
Il caso Palaitalia: un progetto tra polemiche e irregolarità
L’Arena di Santa Giulia, destinata a ospitare gli eventi delle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026, si trova al centro di un’accesa polemica. Il Coni ha dichiarato che l’impianto non risponde ai requisiti tecnici necessari per eventi sportivi di alto livello, in particolare per l’hockey su ghiaccio. Un duro colpo per un progetto che ha visto un investimento complessivo di oltre 250 milioni di euro.
La questione, secondo Enrico Marcora, Consigliere comunale di Fratelli d’Italia, è il risultato di problemi urbanistici e politici, con decisioni amministrative che hanno trasformato un centro congressi pubblico in un palazzetto destinato prevalentemente ai concerti.
Santa Giulia: dalla riqualificazione all’attuale impasse
L’Arena sorge su una vasta area alle spalle della stazione di Rogoredo, una zona che per anni ha rappresentato il simbolo del degrado urbano. Nel 2010, la Procura ha posto i sigilli sull’area nota come il “boschetto della droga”. Nel 2020, il colosso tedesco Eventim, leader nell’organizzazione di eventi e controllore di TicketOne in Italia, ha acquistato l’area per 20 milioni di euro, con la promessa di costruire l’impianto entro il 2026.
Secondo il progetto, l’Arena avrebbe dovuto essere un impianto multifunzionale in grado di ospitare competizioni sportive e grandi eventi. Tuttavia, il parere tecnico-sportivo del Coni, risalente al marzo 2023, ha evidenziato problemi di visibilità che rendono la struttura non conforme per l’hockey e altre discipline.
L’accusa: mancanza di trasparenza e costi insostenibili
Marcora critica duramente sia i costi sia la gestione del progetto. «Abbiamo investito 176 milioni di euro, con extracosti tra i 70 e i 90 milioni, per un impianto che non è omologato per gli eventi sportivi. Questo è inaccettabile», dichiara il consigliere.
Un’altra questione riguarda il rapporto costo/beneficio. Ogni seggiolino dell’Arena è valutato oltre 10.000 euro, un costo esorbitante se confrontato con i circa 2.300 euro a posto stimati per lo stadio San Siro. «Chi sta pagando la differenza? I cittadini milanesi meritano risposte», insiste Marcora.
Il nodo politico: un palazzetto per concerti?
Secondo Marcora, il Comune di Milano avrebbe trasformato un’opera pubblica in una struttura che favorisce principalmente gli interessi privati. «L’impianto non sarà omologato per hockey e basket ad alto livello. È evidente che è stato progettato pensando ai concerti piuttosto che agli eventi sportivi», afferma.
Le critiche non si fermano qui. L’Arena, pur essendo un progetto olimpico, non è collegata alla rete metropolitana, sollevando ulteriori dubbi sulla sua accessibilità e fruibilità.
Olimpiadi 2026: quale futuro per Santa Giulia?
Il progetto Palaitalia, nato con l’obiettivo di rafforzare l’infrastruttura sportiva in vista delle Olimpiadi, rischia di trasformarsi in un clamoroso fallimento. Gli extracosti e la mancanza di conformità agli standard sportivi pongono una seria minaccia alla credibilità dell’intero progetto olimpico.
«Abbiamo bisogno di trasparenza. Se Eventim ha chiesto al Comune di coprire gli extracosti, e il Comune ha girato la richiesta allo Stato, allora è necessario fare chiarezza. Chi pagherà per questo errore?», chiede Marcora.
Conclusioni: la necessità di risposte
La vicenda del Palaitalia evidenzia una gestione poco trasparente di un progetto cruciale per Milano e per l’Italia. Con le Olimpiadi alle porte, il rischio di avere un’infrastruttura non adeguata getta un’ombra sul prestigio dell’evento.
Per approfondire il progetto e le sue criticità, visita: Altraeconomia – Palaitalia e le Olimpiadi 2026