Nel panorama calcistico italiano c’è un nome che, da sempre, rappresenta passione, sacrificio e appartenenza: Atalanta Bergamasca Calcio. Con il volume «La storia dell’Atalanta. Il romanzo della Dea» (Diarkos, collana Grande Sport), il giornalista e autore Alessandro Ruta ci guida in un viaggio narrativo che trascende lo sport, trasformandosi in una vera e propria epopea nerazzurra.
Oltre un secolo di emozioni e identità
In 416 pagine dense di storie, volti e partite leggendarie, Ruta traccia l’evoluzione dell’Atalanta dal 1907 a oggi, raccontando una squadra che ha saputo rimanere fedele alla propria anima pur cambiando pelle nel tempo. «Oggi l’Atalanta e Bergamo sono sulla bocca di tutti», scrive nella prefazione l’ex capitano Gianpaolo Bellini, ricordando come la forza della Dea risieda nel suo legame indissolubile con la città, nella sua «compattezza» e nella capacità di guardare avanti senza mai dimenticare da dove si viene.
Dal dolore della pandemia al trionfo europeo
Il libro non si limita a raccontare le vittorie sportive, ma si confronta anche con le pagine più buie della storia recente. Durante la pandemia da Covid-19, Bergamo è stata uno degli epicentri mondiali del dolore, con immagini tragiche che hanno segnato la memoria collettiva. La celebre partita tra Atalanta e Valencia, disputata a San Siro il 19 febbraio 2020, è stata definita da molti il «game zero» del contagio. In quel contesto devastante, l’Atalanta ha rappresentato per la città anche una speranza, una forma di resistenza identitaria e spirituale.
Il trionfo di Dublino: un capitolo storico
Il culmine di questo romanzo sportivo è rappresentato dal successo del maggio 2024: la vittoria in Europa League, primo trofeo internazionale nella bacheca della Dea, ha consacrato una realtà che da anni lavora con metodo, intelligenza e visione. L’eroe della finale, Ademola Lookman, viene ritratto da Ruta come simbolo di una squadra operaia ma brillante, capace di superare le big europee con l’arma della coesione.
Un modello da studiare: la gestione Atalanta
Il volume analizza con lucidità anche l’aspetto gestionale del club. La famiglia Percassi, con una guida imprenditoriale salda e visionaria, ha costruito una realtà unica nel calcio mondiale, facendo della programmazione e del vivaio un marchio di fabbrica. In questo contesto emerge la figura di Gian Piero Gasperini, allenatore capace di esaltare talenti e rendere ogni singolo elemento parte di un ingranaggio perfetto.
Personaggi, emozioni e memoria collettiva
Dalle imprese europee agli stadi di provincia, il libro racconta le gesta di Stromberg, Mondonico, il Papu Gómez, fino ad arrivare a chi, negli ultimi anni, ha scritto pagine straordinarie di sport e passione. Il tono di Ruta è avvolgente, mai celebrativo in modo sterile, ma sempre sorretto da uno sguardo lucido e narrativo, adatto a chi desidera comprendere davvero cosa significhi tifare Atalanta.
Una narrazione accessibile ma profonda
Il merito di Ruta sta nel trasformare una cronaca sportiva in un romanzo di formazione collettiva. Il libro riesce a emozionare tanto il tifoso quanto il lettore curioso, offrendo una lettura scorrevole e insieme ricca di dettagli. La Dea diventa così metafora di resilienza, emblema di un’Italia che lavora, sogna, cade e si rialza.
Un libro imprescindibile per gli amanti del calcio vero
«La storia dell’Atalanta» è un’opera che celebra l’anima di Bergamo, la sua gente e una squadra che oggi, più che mai, rappresenta un modello da seguire. Un libro per chi ama il calcio non solo come sport, ma come linguaggio culturale e sociale.